Il prefetto lesse con preoccupazione la nota informativa proveniente
dalla Protezione Civile. Da diverse zone del paese arrivavano segnalazioni di
persone gravemente ustionate col caffé nero bollente, d’uomini e donne
ricoverate con profonde ferite alla schiena e al petto causate da frustate. Gli
interventi dei Vigili del Fuoco si erano raddoppiati, molte abitazioni erano
andate in fumo di recente per l'utilizzo smodato di candele e lumini. Il
prefetto alzò il telefono per chiamare il capo della Polizia: con voce
allarmata gli lesse il dispaccio della Protezione Civile e lo invitò a dare
disposizioni perché fossero accelerate le indagini su questi episodi. Il capo
della Polizia si mise subito in azione: convocò una riunione con i suoi
collaboratori più stretti per fare il punto della situazione. Furono sentiti i
funzionari interessati alle indagini: tutti, però, sembravano brancolare nel
buio. Fu deciso di attivare una speciale cellula investigativa, una struttura
segreta tipo "X FIles", per risolvere il mistero legato a quegli
eventi. Felice S. il responsabile della "Struttura Theta",
questo era il nome della cellula segreta della Polizia, era un quarantenne
alto, bruno ed atletico: si era addestrato negli Usa, all'uso di nuove
tecnologie d'indagine. Fece contattare dai suoi collaboratori i commissariati
interessati alle indagini per avere tutti i nominativi delle persone ricoverate
e i dati relativi alla provenienza, alla professione, alla situazione
giudiziaria. Apparentemente non vi era alcun collegamento tra loro: erano
uomini e donne che provenivano da ogni regione del paese, avevano seguito corsi
di studio diversi, svolgevano ogni genere di professione. Le ustioni causate
dal caffé nero bollente, però, erano inconsuete: nei rapporti di polizia si
parlava addirittura di bagni nel caffé: che razza di caffettiera avranno
utilizzato, fu il primo pensiero di Felice S.! Gli venne in mente la canzone di
Fiorella Mannoia "Caffé nero Bollente": potrebbe trattarsi di una
setta segreta ispirata alle canzoni della cantante, ma le frustate, le candele
e i lumini, cosa c'entrano? Cercò in rete i testi delle altre canzoni della
Mannoia, per capire se nascondessero delle allusioni sadiche, li fece esaminare
da esperti, ma senza alcun risultato. Fece indagare sui club di scambisti
a sfondo sadomaso, ma nessuno dei ricoverati n’aveva mai fatto parte. Non gli
restò che procedere all'interrogatorio di tutte le vittime per cercare quei
collegamenti che sino a quel momento gli erano sfuggiti. Volle sapere nei
dettagli cosa avessero fatto nelle ventiquattro ore precedenti il
ricovero, i luoghi frequentati, le persone incontrate, i siti web
navigati. Scoprì che erano tutti iscritti ad un sito di poesia: lo avevano
visitato il giorno in cui erano stati male. Tra loro c'erano delle vere star
del sito web
"Metaforando": nessuno però ricordava quali versi stava
leggendo poco prima dello strano impulso a farsi del male di cui era stato
vittima. Felice si mise a leggere i testi pubblicati nei giorni precedenti e
successivi alla maggior parte dei ricoveri: nei suoi occhi si poteva leggere il
disgusto per il materiale edito, da appassionato di letteratura e da poeta
dilettante, non poteva sopportare certi scempi di parole. Tornato a casa si preparò
una caffettiera da dodici tazze di caffé e se lo versò sul braccio: la moglie
accorsa in suo aiuto alle urla di dolore, si vide assalire da Felice,
trascinare
di corsa in camera da letto, strappare i vestiti di dosso
e colpire con la frusta sulle natiche. Stupita gliela strappò di mano e lo
colpì più volte con forza gridando "Finalmente, erano anni che sognavo di
poterti frustare così"! La notte caliente lasciò qualche strascico sul
fisico di Felice, ma lo convinse di aver già trovato il bandolo della matassa
nell'indagine che stava conducendo. Aveva letto la poesia che aveva prodotto
gli effetti collaterali all'origine della sua istruttoria, doveva solo capire
quale era! Tornato in ufficio controllò sulla cronologia del browser i versi
letti il giorno prima: ad attirarlo fu una composizione dal titolo
"Ipnosi", accompagnata da una canzone dei Tangerine Dream. Cominciò a
leggere:
Atmosfere tenebrose
Fiochi lumi incendiano
La nostra dimora
Danziamo su tappeti
Di suoni ipnotici
I versi di Satana.
Frustami
Fammi male, picchiami
Sino alla morte
Cullami nel caffé
Nero bollente di mamma.
Annegami
In una pozzanghera di letame
Fammi lo shampoo
Con lo scarico del wc.
Ho bisogno di sentire
Nella mia cloaca
Il fetore nauseabondo
Delle tue feci
Per espiare il peccato
Di essere nato.
I versi erano firmati con il nickname “Angel dark”. Il mistero era
risolto: bastò togliere quei versi dal sito “Metaforando” e impedire all’autore
di pubblicarne altri per riportare la situazione alla normalità. Non si potrà
impedirgli in futuro di pubblicare con un diverso nickname su analoghe
piattaforme di scrittura poetica, ma la “Struttura Theta” ormai sta monitorando
continuamente la situazione. Un software studiato ad hoc, è in grado di
segnalare i versi, le cui metafore rischiano di mettere a repentaglio l’altrui
incolumità.