Sofia
Vassilieva e Alan Smith mano nella mano attraversarono lo studio televisivo
accompagnati dalle note di “Vattene Amore” di Amedeo Minghi e Mietta.
La
produzione aveva deciso di affidare ad entrambi la conduzione della
trasmissione “ Quattro passi nella storia” dopo che Alberto Rana era stato
designato per la presentazione di “Intimo notte” la trasmissione culturale
quotidiana più prestigiosa dell’emittente “Videofront” in onda alle due del
mattino.
Il
video che ritraeva Sofia ed Alan impegnati in una respirazione bocca a bocca da
guinness dei primati era ormai un cult della televisione. Tra loro secondo i
settimanali rosa usciti in settimana era scoppiata impetuosa la passione.
Fu
Sofia a prendere per prima la parola, nel suo stentato italiano con spiccato
accento russo, non appena furono abbassate le luci in studio.
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La trasmissione da questa puntata ha una
nuova veste. Non ci occuperemo più di storia o di politica, ma di letteratura.
Vi proporremo opere che hanno fatto la storia dell’arte, in una versione
insolita, in base alle ricerche condotte sul campo dal nostro Alan Smith.
Cercheremo di dare un tono più leggero alle ore trascorse insieme, ampliando la
parte dedicata allo spettacolo e all’intrattenimento. Prima di dare inizio alla
puntata, però, permettetemi di ringraziare Alberto Rana e di augurargli tutto
il successo possibile con la sua nuova avventura.
Spettò
alle “Nudità danzanti” il compito di aprire la puntata con un balletto dal
titolo “ A noi chi ci paga, se in cassa non c’è più una lira?” su coreografie
di Sofia Vassilieva.
Alan
Smith guardò Sofia negli occhi e le spedì un bacio con la mano, prima
d’introdurre il tema della nuova puntata.
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La storia che voglio raccontarvi stasera la
conoscete tutti, eppure sono convinto che riuscirò a sorprendervi ugualmente,
grazie alla mia recente scoperta di un manoscritto inedito. Sto parlando del
tragico amore tra Romeo e Giuletta, reso immortale dalla sublime penna di
William Shakespeare.
Sofia
scoppiò in singhiozzi, subito consolata da Alan, che continuò la sua
illustrazione dell’opera.
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Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti erano i
giovani rampolli di famiglie che si odiavano da tempo immemorabile. La ragazza
era promessa sposa di Paride, il cuore di Romeo, invece, batteva all’impazzata
quando incrociava lo sguardo di Rosalina. La scintilla della passione, come
tutti sapete, scattò alla festa dei Capuleti: qualche giorno dopo, Romeo e
Giulietta furono sposati in segreto da Padre Lorenzo. Il fato era avverso:
Romeo fu condannato all’esilio da Verona per aver ucciso in duello Tebaldo e
spedito a Mantova. Il piano di Padre Lorenzo per evitare le nozze di Giulietta
con Paride non andò a buon fine: Giulietta, seguendo gli ordini del frate, con
un veleno si procurò una morte apparente. Romeo, tornato in incognito a Verona,
ignaro del piano, alla vista dell’amante morta, si tolse la vita, un attimo
prima che la Capuleti
si risvegliasse. Fece lo stesso Giulietta, quando si rese conto della morte
dell’amato. Questa è la trama che tutti conoscete, ma come vi ho già
anticipato, ho avuto la fortuna di trovare un manoscritto di Shakespeare, di
età successiva, che racconta tutta un’altra storia. Ho chiesto alla compagnia “
Pescatori di frodo in abito da sera” d’illustrarcela a modo loro.
Un
uomo e una donna passeggiavano tenendosi per mano. Il pubblico in studio ebbe
difficoltà a capire di chi si trattasse.
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Rosalina amore mio, finalmente possiamo parlare
del nostro amore alla luce del sole. I tragici fatti che abbiamo visto accadere
sotto i nostri occhi, ci aiutano a restare uniti, rendono più forte il nostro legame.
E’ stata dura, ma per chi come noi ha la coscienza immacolata, è più facile accettare
ciò che è accaduto.
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Paride, mio amato, la mia coscienza tanto
immacolata non è. Agli occhi degli altri, posso essere sembrata sin troppo
fredda, cinica, attaccata al denaro. Cosa avrei dovuto fare, però, sommare
sangue a sangue? Mi fossi tolta anch’io la vita, qualcuno avrebbe avuto
giustizia? Non credo. Ecco perché penso di avere fatto la cosa giusta.
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Giulietta mi era stata promessa in sposa, ma
se non divenne mia moglie, come tu sai, fu perché Capuleti e Montecchi decisero
di mettere fine alla loro faida secolare, combinando il matrimonio tra
Giulietta e Romeo. Fu di Padre Lorenzo l’idea di quell’unione e fu lui in
persona ad informarmi della rottura della precedente promessa di matrimonio.
Non la presi per nulla bene: Giulietta la conoscevo appena, ma non potevo
accettare che qualcuno me la portasse via così. Lei mi amava, era perdutamente
innamorata di me. Forse fu questo a spingermi a non piegarmi alla volontà dei
suoi genitori. E’ stata la prima donna della mia vita: una notte dopo averle
dichiarato il mio amore sotto il balcone della sua abitazione, l’ho raggiunta in
camera e siamo stati insieme sino al cantar del gallo del giorno dopo.
-
Romeo non aveva che occhi per me. Quando gli
dissero che doveva sposare Giuletta, andò fuori di testa. Ricordo il suo primo
dolcissimo bacio, non ci fermammo a quello però, ma ci amammo con impeto ogni
volta che potevamo incontrarci. Padre Lorenzo è stata la nostra rovina, come
quella di te e Giulietta. Ci ha tradito e ingannato. Ricordi lo stratagemma
utilizzato per sposare Romeo e Giulietta?
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Ci fede credere che intendeva sposare in segreto
me e Giulietta e te con Romeo, ma ci convocò in un orario successivo a quello
dei nostri partner; ci fece attendere per più di due ore, per poi rispedirci a
casa dicendoci che non si erano presentati all’appuntamento.
-
Intanto, Romeo e Giulietta, erano già marito
e moglie: Padre Lorenzo aveva tirato anche a loro lo stesso tiro mancino,
convocandoli entrambi in un orario diverso rispetto a noi. Poi, però, invece di
mandarli a casa, gli aveva fatto un discorso di questo tipo: “ I vostri
genitori vogliono che voi vi sposiate, Paride e Rosalina non vi amano
abbastanza da diventare i vostri coniugi, in caso contrario non avrebbero
mancato all’appuntamento. Allora perché non accontentare papà e mamma? Per
amore? Cari figlioli, l’amore verrà col tempo, non siete i primi né gli ultimi
che salgono sull’altare senza amarsi!”
-
Romeo e Giulietta per stanchezza o per chissà
quale altra ragione alla fine cedettero e si sposarono seduta stante, noi
aspettammo un mese per convolare a giuste nozze.
I
consigli per gli acquisti interruppero il dialogo tra Rosalina e Paride. Prima
di poter seguire la parte conclusiva dell’esibizione degli attori della
compagnia “ Pescatori di frodo in abito da sera”, gli spettatori in studio e a
casa, dovettero sorbirsi una performance delle “ Nudità danzanti” dal titolo “
Adottate una ballerina a distanza” e lo sketch letargico tra Sofia Vassilieva
ed Alan Smith, con sottotitoli in italiano, “La zarina e il baronetto”,
ravvivato appena da un lungo bacio alla francese e da approcci softcore dei due
amanti.
Due
nuovi attori discutevano al centro dello studio: erano Giulietta e Romeo.
-
Maledetto il giorno in cui ti ho sposato,
Romeo. Tu non hai colpe, non mi amavi, come non ti amavo io, mi hai tradito con
Rosalina alla prima occasione, è vero, ma ho fatto la stessa cosa con Paride.
Funziona così, quando non ci si sposa per amore. Il denaro non dà la felicità:
lo sapevo, lo sapevamo, forse era meglio accettare di essere diseredati dai
nostri genitori che fare la brutta fine che tutti conoscono.
-
E’ vero, ma in cuor mio pensavo di poter
avere tutto: il denaro, le proprietà, l’amore di Rosalina. Cosa mi ha tradito?
Non sono riuscito a sopportare che tutti sapessero che mi tradivi con Paride.
L’onore, almeno per noi maschi, è importante. Sono stato egoista, volevo avere
tutto, ma non sono riuscito ad accettare che lo avessi anche tu. E’ ciò di cui
mi pento.
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Chi mi ha tradita? Ora puoi dirmi chi ti ha
passato la notizia del mio appuntamento con Paride nella cripta di famiglia, a
mezzanotte in punto. Non lo sapevano nemmeno le mie ancelle.
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Vuoi saperlo davvero? E’ stata Rosalina a
dirmelo, dopo averlo appreso da Paride, che se l’era lasciato sfuggire durante
un litigio. Forse non aveva calcolato che ci sarebbe potuto andare di mezzo
anche lui o forse, era proprio quello
che voleva. Ammazzando anche Paride, l’ho resa una giovane, bella e ricca
vedova. Prima di uccidermi l’ho vista: sul suo volto c’era dipinto il sorriso
di chi aveva centrato l’obiettivo. E’ l’unica ad aver vissuto a lungo e tra gli
agi.
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Che Giuda! Nemmeno tu, però, ci hai fatto una
gran figura, cosa t’importava alla fine se io e Paride ci godevamo la vita, se
io non t’impedivo di fare lo stesso con Rosalina? Perché ti sei ucciso poi?
Certo non avresti finito i tuoi giorni in galera, anzi avresti fatto la figura
dell’eroe agli occhi dei tuoi concittadini.
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Mi sono ucciso, perché proprio nel momento in
cui ti davo la morte, ho capito che ero te che amavo e non Rosalina. Abbiamo
vissuto insieme per pochi mesi, ma evidentemente è stato sufficiente ad
innamorarmi di te, anche se non l’ho capito in tempo.
-
Non ci credo, non può essere. Ti amavo
anch’io: se solo per un attimo avessi pensato che anche tu provavi lo stesso
per me, non avrei mai dato quell’appuntamento a Paride. Siamo vittime, amore
mio: il vero colpevole è Padre Lorenzo. Se non ci avesse ingannato, forse
avremmo capito prima, che potevamo essere felici insieme. Sono colpevoli i
nostri genitori, che ci usarono per i loro affari, riuscendovi. La loro guerra
ebbe fine, dopo la nostra morte: ci furono altri Montecchi e Capuleti, uniti in
matrimonio dopo di noi. Rosalina? Una donna calcolatrice, ma a suo modo
pietosa: i suoi fiori sulla nostra tomba ci sono sempre stati, come le sue
preghiere a differenza di quelli dei nostri genitori. In fondo, nonostante gli
agi, il rimorso non le ha dato pace.
Le
luci si accesero di colpo in studio. Alan Smith guardò fisso la telecamera.
Questo più o meno è ciò che racconta il manoscritto da me ritrovato e che le
mie conoscenze mi spingono ad attribuire a Shakespeare. Non è romantico quanto
quello che voi conoscete, ma anche qui, l’amore trionfa.
L’Auditel l’indomani decretò il trionfo della
trasmissione, giornali e siti on line scrissero molto sull’argomento, ma con pareri
contrapposti. La puntata aveva centrato l’obiettivo: la
smitizzazione dell’amore, però, era solo all’inizio!