lunedì 12 agosto 2013

Cleo e Giulio: un amore a lieto fine.

Ho conosciuto Giulio in chat, in un sito per cuori solitari ed è stato subito colpo di fulmine. Non mi ero mai trovato di fronte un uomo così ricco di fascino, sicuro di sé, colto. Posso trattare con lui ogni argomento: ha una conoscenza approfondita di materie come letteratura, scienza, politica, musica, sport. Non è molto fotogenico: ha quaranta anni, pochi capelli, un volto dai tratti decisi, occhi castani, lo sguardo profondo. Il fisico è ancora asciutto ed atletico come si conviene a chi dedica parecchie ore alla settimana alla palestra. 

Abitiamo in Nazioni diverse, Giulio è italiano, io risiedo, invece, in Egitto. Parente di Mubarak? No, conosco quella storia, non tutte le egiziane sono parenti del Presidente della Repubblica, come la maggior parte degli italiani non abita ad Arcore. Non è ancora stato possibile incontrarci, Giulio è un imprenditore di successo, è proprietario di un'azienda che opera nel campo dell'armamento militare. 

La sua società produce e vende aerei da guerra, cingolati, bombe intelligenti, mitra: tutto ciò, insomma, che può assicurare la sicurezza a una nazione. È di cuore generoso, per il mio ultimo compleanno mi ha regalato un'auto con vetri anti proiettile e un kalashnikov: così tanto per tenere lontani i malintenzionati dalla mia persona. Non che ci sia una ressa di giovani desiderosi di farmi la festa: la  miglior difesa è il mio volto. Giulio non lo sa, ammetto di averlo ingannato spedendogli le foto della mia  avvenente cameriera, cui per onestà ho girato i suoi regali. 

Non è molto romantico regalare un mitra a una donna? Ammetto che non è il massimo, però era accompagnato da splendidi versi di sua composizione. Giulio ha un animo poetico, ho già perso la testa per lui. C'è un problema però, mi ha scritto che la prossima settimana è in Egitto per affari e desidera incontrarmi: il mio dilemma è se andare di persona all'appuntamento rischiando di farlo fuggire a gambe levate oppure se chiedere alla mia cameriera  di sostituirmi. Magari come regalo stavolta rimedia un carro armato o una nave da guerra. 

Ho conosciuto Cleo in chat, in un sito per cuori solitari e la mia vita è cambiata. È quasi un anno che non faccio che pensare a lei. Ci divide la distanza: lei è una egiziana vera, no, nessuna parentela con Mubarak, mi ha spedito il suo albero genealogico per dimostrarlo. È una donna avvenente e colta, una trentenne capace di far girar la testa agli uomini. Mora, carnagione scura, alta e magra come una modella, nelle foto che mi ha spedito non è mai ripresa di profilo: strano, in Egitto da quello che so, amano quel tipo d'inquadrature. 

Sono preoccupato, perchè quelle che le ho spedito sono le foto di un mio amico, se avesse visto le mie sarebbe fuggita a gambe levate. Dovrei incontrarla la prossima settimana, il lavoro richiede la mia presenza in Egitto per una delicata trattativa d'affari. C'è in gioco una commessa militare di molti milioni di dollari per la mia società, non posso proprio mancare. Partirò insieme al mio più stretto collaboratore, lo stesso delle foto inviate a Cleo: devo decidere se mandare lui all'appuntamento o se presentarmi di persona. Il mio miglior biglietto da visita, in fondo, è il conto in Banca, un argomento spesso irresistibile con le donne. Cleo è una ricercatrice nel campo della chimica, ho intenzione di proporle di lavorare nella mia società: abbiamo bisogno di sviluppare il settore delle armi batteriologiche.

Ho visto Giulio, che emozione! Che presenza, che fisico! Mi sono seduta al tavolo vicino al suo, mentre cenava con la mia cameriera Cinzia, quella delle foto. Non mi sono persa una parola di ciò che si sono detti.

È proprio un tipo speciale: simpatico, spigliato, dalla battuta facile. La mia cameriera ha riso per tutta la serata: stavolta ha fatto proprio il romantico, non le ha regalato un carro armato, ma un assegno a cinque zeri. " Con questo, le ha detto, puoi comprarti ciò che desideri". Cinzia non ha perso tempo ed ha saccheggiato le migliori boutique d'Egitto. Ci sa proprio fare con le donne! Le ha proposto di lavorare per la sua società, per sviluppare il settore degli armamenti chimici: che animo gentile e generoso che ha il mio Giulio! Ho dovuto nella prima chat successiva all'incontro rifiutare la proposta: non posso mica farmi sostituire da Cinzia al lavoro, non capisce nulla di chimica. Gli ho rifilato la solita balla della mamma malata che non posso abbandonare. Ha funzionato.

Ho visto Cleo, come mi batteva il cuore! Mi sono seduto a un tavolo vicino al suo, mentre cenava col mio collaboratore ed amico Marco, quello delle foto. Ho seguito ogni loro discorso: che bella voce ha Cleo e che fisico! Le fotografie non la valorizzano, è molto più bella di quanto immaginassi. Marco ha riso per tutta la cena, non è solo uno schianto di donna,  ma anche divertente, simpatica, travolgente. Ho consegnato a Marco un assegno a cinque zeri, ho visto che ha molto gradito il regalo. I soldi, come i gioielli, sono i migliori amici delle donne. Il mio amico l'ha accompagnata l'indomani a fare shopping: è stata un'esperienza indimenticabile, mi ha detto, non hai idea di quanto l'hai resa felice. Ha rifiutato, però, la mia proposta di lavoro: non può lasciare l'Egitto a causa della madre malata. Meglio così: in caso contrario avrei dovuto rivelarle la verità e non so come l'avrebbe presa.

Cinzia ha dimenticato a casa il suo tablet: la curiosità mi ha spinto a frugare nei suoi appunti. Una vera stronza non un'amica, ecco cos'è. Ha tradito la mia fiducia andando a letto con Giulio: l'ha visto con il portafoglio pieno e le si è gettato addosso alla prima occasione. Giulio non ha colpe, in fondo pensava di fare l'amore con me. Strano che non ne abbia fatto alcun cenno nei nostri messaggi quotidiani, forse per non mettermi in imbarazzo. Non posso urlare a Cinzia tutta la mia rabbia, ho bisogno di lei per continuare questa messa in scena.

Marco è un vero figlio di puttana. Ho scoperto che è andato a letto con la mia Cleo. Fa finta di nulla lo stronzo, ma ha colto al volo l'occasione senza farsi alcuno scrupolo. Non è colpa di Cleo, in fondo pensava di fare l'amore con me. Quando finirà questa storia dovrà cercarsi un altro lavoro, per ora, però, ho bisogno del suo aiuto per continuare la messa in scena.

Questa domenica è accaduto qualcosa di strano: alle dieci sento suonare alla porta, vado ad aprire e mi trovo davanti un tipo inguardabile, un cinquantenne basso e pingue, con un volto da caprone che chiede di me. Gli chiedo le generalità e mi dice di chiamarsi Marco, di essere amico e collaboratore di Giulio. Mi spaccio per Cinzia, la mia cameriera, la padrona, gli dico, è uscita, non tornerà prima di sera. Ci siamo intrattenuti qualche ora a parlare: è un vero gentiluomo colto e raffinato, oltre che spiritoso. Non è un Adone, ma nemmeno io sono un esempio di bellezza, col mio metro e cinquanta, i venti chili di sovrappeso, il naso aquilino e gli occhi strabici. Mi è stato subito simpatico, peccato che il mio cuore batta all'impazzata per Giulio. Ho approfittato dell'occasione per portarlo a letto: un uovo oggi è meglio di una gallina domani o meglio un uomo oggi è meglio di niente. Marco, così ha detto di chiamarsi ci sapeva fare a letto: è stata una delle migliori scopate della mia vita. È andato via dopo aver fatto l'amore, come in ogni avventura che si rispetti.

Ho tradito Cleo con la sua cameriera, una certa Cinzia. Mi ero recato in Egitto per fare una sorpresa al mio amore, ma non l'ho trovata. Ho conosciuto la sua domestica, una donna tanto brutta quanto divertente. Ci siamo intesi subito, siamo finiti a letto solo mezz'ora dopo. Ci sapeva fare, quel demonio: sembrava un'assatanata, una che non vedeva un uomo da chissà quanto tempo. Meglio un uovo oggi che una gallina domani, mi sono detto e non mi sono lasciato scappare l'occasione. Sono andato via dopo aver fatto l'amore, come in ogni avventura che si rispetti. Pentito? No, si è trattato solo di una scopata, il mio cuore batte all'impazzata solo per Cleo, la sua padrona. 

Ho rivisto Marco, invece di tornare in Italia ha deciso di fermarsi per qualche giorno in Egitto. È tornato stamani chiedendo di Cleo, non potendo far altro, mi sono spacciata di nuovo per Cinzia. Stavolta abbiamo saltato i preliminari, dirigendoci subito in camera da letto. È stata una vera corrida, ma quanto sono fantasiosi questi italiani! Roba da non credere. Esausti, al tramonto ci siamo congedati. Chissà cosa starà facendo a quest'ora il mio povero Giulio, mentre mi sollazzo con Marco, il suo miglior amico? Pentita? No, in fondo si tratta solo di sesso, nessun coinvolgimento sentimentale, solo quattro o cinque scopate per trascorrere piacevolmente la giornata.

Sono tornato da Cinzia, spacciandomi per Marco. Ho chiesto di Cleo, ma era lei che speravo d'incontrare. Colti da un vero raptus erotico ci siamo subito recati in camera da letto. Che passione, che ardore hanno queste donne egiziane, roba da non credere! Chissà dove è finita Cleo, la immagino dietro un microscopio, intenta a ricercare un nuovo virus o chissà quale altra diavoleria. È solo sesso, mi ripeto in continuazione, cosa mai può centrarci l'amore quello con la A maiuscola? Credo che rivedrò ancora Cinzia, sino a quando non avrò il coraggio di rivelare a Cleo, la mia vera identità.

Ho ricevuto una mail di Marco: il suo amico Giulio, non c’è più. E’ stato ucciso nel corso di una rapina: degli extracomunitari lo hanno accoltellato per rubargli il Rolex d’oro che portava al polso. Ventitrè colpi ne hanno segnato la fine dell’avventura terrena. I funerali si sono svolti tre giorni fa, il diciotto marzo 2013.

Mi ha scritto Cinzia: la mia amata Cleo è stata trovata morta, durante una gita fuori porta è stata morsa da un aspide. I soccorsi non sono arrivati in tempo. Le esequie sono già avvenute, non ha senso, mi scrive, che ti precipiti in Egitto.

C’è qualcosa che non quadra in questa storia, ho sfogliato i siti on line italiani per avere qualche informazione in più. Un uomo è stato effettivamente ucciso a Roma il 15 marzo durante un tentativo di rapina, ma non si chiama Giulio. Si tratta di un certo Marco Tagliaferri: che sia quel Marco che ho avuto il piacere di conoscere intimamente qualche tempo fa? Sono andata sul suo profilo Facebook, ma le foto che lo ritraevano erano quelle di Giulio. C’è un’unica spiegazione: Giulio è vivo, per conoscermi si è spacciato per Marco. Ha fatto quello che ho fatto io: mi ha spedito le foto del suo amico, spacciandole come proprie e lo ha mandato al nostro incontro.

Non riesco a capire: nei giornali on line egiziani c’è traccia dell’avvenimento raccontatemi da Cinzia, ma la persona che è stata morsa dall’aspide non è Cleo, ma proprio Cinzia. L’ho cercata Cinzia su Facebook ed ho capito: le sue foto erano quelle bellissime che mi aveva spedito Cleo. Abbiamo avuto la stessa idea, quella di spedire qualcun altro al nostro appuntamento. Ho fatto l’amore con Cleo, non con la sua cameriera: ne ho la certezza. Probabilmente sappiamo entrambi come sono andate le cose, ci siamo ingannati a vicenda, per paura di non essere accettati per ciò che siamo. Ho deciso di perdonare Cleo, se lei farà lo stesso con me. Il destino, in fondo, ci sta indicando proprio questa direzione.


Ho accettato la proposta di Giulio: è da un anno che lavoro per la sua società, l’ho sposato, siamo felici. Cinzia e Marco da lassù fanno il tifo per noi, forse da qualche parte si sono rincontrati. Il fato ha punito il loro tradimento, ma dovevamo aspettarcelo che anche tra loro sbocciasse un sentimento.   

martedì 6 agosto 2013

C’è del marcio in Kazakistan




L’aereo di Stato proveniente da Astana, la capitale del Kazakistan, è atterrato in perfetto orario. Ad attenderlo sulla pista decine di reporter e fotografi informati dalle autorità di pubblica sicurezza della piena riuscita dell’operazione “ Gonne pulite”.
Dalla scaletta dell’aereo qualche minuto dopo accompagnate dall’ambasciatore in Kazakistan Emilio Rossi e da alcuni agenti in borghese, sono discese trenta ragazze espulse dalle autorità kazake, per la mancanza del permesso di soggiorno.

La prima a scendere alle ventuno e trenta dell’undici ottobre tra i lampi accecanti dei flash dei fotografi è stata Karima El Marough, in arte Ruby rubacuori. In una dichiarazione rilasciata ai piedi dell’aereo Karima ha contestato l’espulsione dal Kazakistan.

“ Sono in possesso, ha detto ai giornalisti, di un regolare passaporto diplomatico egiziano, in quanto nipote di Mubarak e parente alla lontana dell’attuale presidente di quello Stato, di cui non ricordo in questo momento il nome”.

Molte delle ragazze espulse dalle autorità kazake per la mancanza del permesso di soggiorno, sono le protagoniste delle bollenti notti di Arcore, quelle del “ bunga bunga” e delle “cene eleganti”. Risulta ancora latitante, invece, Silvio Berlusconi, leader in contumacia di “ Forza Italia”. Gli inquirenti ritengono che per sfuggire alla cattura, si sia rifugiato in Russia, protetto dall’amico presidente Putin. Il governo democratico del Kazakistan, dopo la recente deposizione del presidente Nazarbaev, su sollecitazione delle autorità diplomatiche italiane, ha inviato nella residenza dell’ex presidente del consiglio italiano, un reggimento dell’esercito per arrestarlo, ma senza risultati. Silvio Berlusconi si era dato alla fuga, qualche giorno prima, grazie alla soffiata di alcuni agenti dell’intelligence di quello Stato fedeli al deposto presidente kazako.

In lacrime alcune delle ragazze espulse hanno denunciato di essere state costrette da poliziotti kazaki a fare sesso.

“ Non ci hanno pagate quei bastardi, non ci hanno offerto nemmeno un caffé dopo. Non siamo delle prostitute, ma delle show girl, delle ragazze innamorate di un uomo straordinario” hanno affermato mentre distribuivano ai cronisti un volantino pubblicitario con il recapito telefonico e il tariffario delle loro prestazioni artistiche.

“ State denunciando uno stupro?” ha chiesto un cronista dell’Ansa.

“ Stupro? No, quei poliziotti erano simpatici, giovani e atletici. Il loro torto, semmai, è stato quello di essere troppo ligi al dovere, potevano chiudere un occhio sulla nostra fuga. In Italia sarebbe andata così!”

“ Cosa farete, ora, dove andrete a vivere?”, fu la domanda rivolta dai cronisti alla portavoce del gruppo.

“ Non siamo delle spiantate, abbiamo tutte una casa di proprietà e soldi a sufficienza per campare di rendita. Vogliamo scendere in politica, abbiamo intenzione di formare un nuovo partito: ci vedrete presto tra i banchi del Parlamento”.

“ Quale nome volete dare alla nuova formazione politica?” chiese un cronista della “ Repubblica”

“ Abbiamo alcune idee, ma è presto per rivelarle” fu la risposta della portavoce delle ragazze.

Seguite dal codazzo di reporter e fotografi, su ordine delle autorità di pubblica sicurezza, salirono sull’autobus che le avrebbe condotte alla sala di attesa bagagli dell’aeroporto.


In Kazakistan, intanto era in corso una furiosa polemica: i principali quotidiani del Paese, s’interrogavano sull’insolita prassi di quella espulsione. Silvio Berlusconi non era un rifugiato politico? Perché qualcuno si era presa la briga di eseguire l’ordine di cattura dell’Interpool? Le procedure di espulsione del suo staff erano state stranamente veloci, chi era il magistrato che aveva firmato il decreto di allontanamento dal Paese?

Il ministro dell’Interno, in un intervista, dichiarava di non essere stato messo al corrente dai funzionari alle sue dipendenze di ciò che stava succedendo; s’impegnava a chiarire con un’indagine interna lo svolgimento degli avvenimenti e di darne comunicazione al Parlamento appena appurate le responsabilità.

“ Chi ha sbagliato deve pagare”.

Qualche giorno dopo, il titolare degli Affari Interni si presentò dinanzi al Parlamento con la relazione del Capo della Polizia. Le indagini interne avevano appurato che alcuni funzionari, cui il nome di Silvio Berlusconi era sconosciuto, a seguito delle pressioni dell’ambasciatore italiano Emilio Rossi, avevano approntato un piano di cattura del latitante, sul cui capo pendeva un mandato di cattura internazionale spiccato dall’Interpool, descritto dal funzionario dell’ambasciata, come un soggetto pericoloso. Nella perquisizione della sua residenza, però, non vi era traccia della sua presenza: c’erano, però, trenta ragazze sprovviste del permesso di soggiorno. Trasportate al comando delle autorità di sicurezza per l’identificazione di rito, alcune si erano dichiarate prigioniere politiche, altre avevano presentato dei falsi documenti diplomatici. Le procedure di espulsione subito avviate sono state accelerate dalle pressioni dell’ambasciata italiana, che aveva messo a disposizione un aereo per il rimpatrio immediato delle clandestine. Di tutto ciò, come certificato dalla relazione del capo della polizia, il ministero degli Affari Interni, non era a conoscenza. “ Non ho alcuna intenzione di dimettermi, per responsabilità che non mi appartengono”, concluse il ministro degli Affari interni.

Il parlamento rigettò la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione.

L’opinione pubblica, stimolata dalle inchieste dei giornali indipendenti, non credeva alle affermazioni del ministro. C’era del marcio in quell’affare, pensavano in molti.

I quotidiani ricostruivano la storia dell’ex presidente del consiglio italiano: l’ascesa dell’imprenditore televisivo, i successi in campo sportivo come presidente del Milan, la discesa in politica, la conquista della maggioranza dei consensi elettorali, le accuse dell’opposizione e i processi subiti, sino alle condanne definitive. Era accusato di aver frodato il fisco, di aver fatto sesso con una minorenne, di aver comprato deputati e senatori dell’opposizione, per far cadere i governi dei suoi avversari o per puntellare i propri. Molte attenzioni erano dedicate alle modalità della sua fuga: travestito da donna si era imbarcato su un aereo di Stato russo, durante la visita in Italia del presidente Putin. Lo status di dissidente gli era stato riconosciuto da alcune nazioni, Russia in primis. Aveva scelto di risiedere in Kazakistan, grazie all’amicizia con l’ex presidente Nazarbaev. Seguendo la sua indole d’imprenditore, aveva acquistato la principale televisione privata del paese e alcuni giornali, oltre che la squadra di calcio dell’Ertis. Nella sua residenza privata, erano arrivate alla spicciolata, grazie a un visto turistico, alcune delle ragazze finite agli onori della cronaca per le famose feste del “ bunga bunga”. Il suo esempio, in questo campo, era stato seguito da altri mecenati: si ritiene che alcune show girl italiane siano state ingaggiate per spettacoli di burlesque, da alcuni miliardari kazaki. L’allontanamento dal potere di Nazarbaev ha complicato le cose: le autorità italiane vi hanno intravisto la possibilità di assicurare finalmente alla giustizia, l’ex presidente del Consiglio. Il resto è cronaca recente: la fuga precipitosa in Russia, l’espulsione delle ragazze del suo staff.

La compagnia teatrale del “Bunga bunga” è in tournee in Russia: fondata di recente da Nicole Minetti e Lele Mora, è subito assurta agli onori della cronaca. Lo spettacolo in cartellone “ Come ti rovino un Presidente” ha fatto il pieno in ogni teatro italiano. L’autore del testo dell’opera è il famoso giornalista televisivo ed ex conduttore del Tg4 Emilio Fede, agli arresti domiciliari dopo la condanna definitiva per favoreggiamento della prostituzione. Vi recitano molte delle show girl che hanno partecipato alle ormai mitiche serate eleganti di Arcore, le stesse che espulse dal Kazakistan perché sprovviste del permesso di soggiorno, avevano progettato di fondare una nuova formazione politica. Cosa li ha distolte dalla realizzazione di questo progetto? La scoperta di non poter utilizzare il termine “ Bunga Bunga” come nome del nuovo partito, perché già registrato.  

Uno scoop del “ Fatto Quotidiano” rivela che la reale proprietà della “ Compagnia del Bunga Bunga” è divisa al cinquanta per cento tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. Il marchio “ Bunga Bunga” è stato registrato dall’ex Presidente del Consiglio italiano: nei prossimi mesi è prevista l’apertura di sexy shop “ Bunga Bunga” in tutto il mondo.  Conclusa la tournee russa, la compagnia del “ Bunga Bunga” si trasferirà in Kazakistan, dove sono in programma cinque serate. La principale televisione privata, di proprietà di Silvio Berlusconi, ha deciso di trasmettere l’ultimo degli spettacoli: quello riservato agli agenti di pubblica sicurezza ed ai funzionari di polizia di quel paese. C’è proprio del marcio in Kazakistan!

domenica 4 agosto 2013

Il testamento di Socrate



Vi riepilogo i fatti, prima di raccontarvi dell’avvio del processo: inizia così il blog di Platone “ Idee per un mondo migliore” del 9 marzo 2015. Socrate è stato arrestato e tradotto in carcere sei mesi fa, come sapete, con l’accusa d’eversione contro gli organi costituzionali dello Stato. Cosa avrebbe fatto secondo i suoi accusatori? Sarebbe l’ideologo di gruppi che combattono lo Stato con mezzi violenti. Uno dei suoi discepoli è accusato in un altro processo di terrorismo e strage: avrebbe organizzato l’attentato ad un treno. Socrate, come tutti sanno, non è il capo di un partito politico, ma è da tutti riconosciuto come l’ispiratore di “ Le regole della democrazia” un movimento che alle ultime elezioni ha conquistato la maggioranza relativa dei voti. Come esercita la sua funzione di leadership? In nessun modo consapevole: non tiene comizi, non scrive articoli o libri, non frequenta i social network. Parla con la gente, discute con tutti quelli che sono alla ricerca della verità: il suo pensiero è diffuso attraverso i media da discepoli. Il mio blog, ad esempio, è stato uno degli strumenti della diffusione del suo pensiero. Socrate non lavora? Non si guadagna da vivere col sudore della fronte? Da quando è un reato campare di rendita? In questo paese lo fanno almeno il dieci per cento dei cittadini: è ricco di suo, non ha bisogno di lavorare per sbarcare il lunario. E’ un cattivo maestro? Può esserlo chi ha il solo torto di battersi per la democrazia, per la conoscenza, per la verità? Non è simpatico? Riconosco che può essere un grave difetto nella società dell'apparenza, forse qualche sorriso in più, quando viene ripreso in video, non farebbe male alla sua causa. In realtà è più simpatico di quanto sembri a prima vista: è un ottimo raccontatore di barzellette, ha la battuta pronta, un'ironia davvero raffinata. Ha scelto di fare il burbero per mettere l'accento solo sul suo messaggio: vuole che gli altri seguano solo il filo del suo ragionamento, non quello delle battute di spirito. Socrate è solo un perseguitato politico: questa è la verità, per questo la mia voce continuerà a levarsi alta in sua difesa.

I suoi accusatori, del resto, non brillano per intelligenza: mi è capitato nei giorni successivi all'arresto di Socrate di essere sottoposto a un interrogatorio da parte del magistrato che si occupa del caso, il dottor Lithos. Roba da non credere!

" Lei è il signor Platone?"

" Si"

" Qual'è la sua occupazione nella vita?"

" Sono uno scrittore e blogger. Il mio campo d'indagine è la filosofia, ho già scritto vari libri sull'argomento"

" Il suo nome non mi è nuovo, può aiutarmi a capire dove posso averlo sentito? Qual'è il suo libro più famoso?"

" L'amore platonico: elogio dell'astinenza."

" Ora ricordo, dove ho sentito il suo nome: lo ha fatto mia moglie. Ho una moglie giovane e bella, una donna davvero eccitante: una sera che tornavo a casa dal lavoro,lei era in sottoveste intenta a seguire l'iter della lavatrice. Non potei resistere all'impeto, l'abbracciai da dietro e diedi sfogo a... tutta la mia passione proprio mentre la lavabiancheria faceva la centrifuga. Alla fine mia moglie si girò lentamente e guardandomi negli occhi mi disse " Un po' di amore platonico mai, vero?" Sul momento non capii cosa volesse dire, ora, però mi è tutto chiaro. Bando alle ciance, torniamo all'interrogatorio" concluse il dottor Lithos. 

" Dunque lei è uno scrittore e blogger famoso, ma è anche uno dei seguaci del pensiero di Socrate. Conferma?"

" E' esatto"

" Lei va a votare, signor Platone? Oppure si astiene?"

" Cos'è una battuta di spirito? Il voto è segreto in democrazia: se vado a votare o no, non sono cose che la riguardano".

" Ci risulta che Socrate avesse frequenti contatti con cellule terroristiche straniere, persino con quelle di Al Qaeda. Può dirci qualcosa al riguardo?"

" Lo escludo, nella maniera più assoluta. Socrate era un fiero oppositore della violenza, in tutte le sue forme"

" Dunque non ha ordinato, a suo parere, al signor Stankos, di compiere la strage sul treno Atene-Salonicco, come quest'ultimo sostiene"

" No, lo escludo."

" Questo amore platonico di cui lei ha scritto in cosa consiste? Può spiegarmelo con parole semplici, sono curioso".

" E' il puro sentimento, la contemplazione dell'oggetto del proprio amore, la passione senza sesso".

" Ho capito, dunque lei si astiene dal sesso?"

" Ogni tanto mi astengo dal praticarlo. Scusi, ma a lei cosa interessa se faccio sesso o no? Ha qualche attinenza al caso di cui si sta occupando?"

" No, non c'azzecca per niente. E' per non fare brutta figura con mia moglie, quando la prossima volta m'inviterà all'astinenza. Secondo la sua opinione, dunque, Socrate è innocente."

" Senza alcun dubbio".

" Un ultima domanda prima di congedarla, ma quante volte, secondo lei, è necessario fare l'amore platonico in un mese?"

" Arrivederci, dottor Lithos, mi stia bene".


Il processo è seguito dai media di tutto il mondo( potete seguirlo in streaming anche su questo blog), anche se non ha mai scritto un libro o partecipato a una trasmissione televisiva, Socrate è uno dei pensatori più conosciuti del pianeta, ogni sua parola ha un peso specifico: grazie ai video di youtube, è diventato, suo malgrado, una vera e propria star internazionale.
La pubblica accusa ha scoperto già dalla prima udienza le sue carte: le prove della colpevolezza di Socrate sono nei video postati su youtube dai suoi discepoli, di cui ha chiesto l’acquisizione.

La difesa non si è opposta: ritiene che proprio in quelle conversazioni c’è la prova della macchinazione dei poteri dello Stato contro Socrate.

La corte ha ammesso, dopo una breve sospensione della seduta, i video come prova.

La prossima udienza è stata fissata per il diciannove marzo, tra dieci giorni. Toccherà all’accusa, presentare le testimonianze a carico di Socrate. 

19 marzo 2015

Si è svolta oggi, la seconda udienza del processo contro Socrate, dedicata all’esame della testimonianza di Meleto. La pubblica accusa la ritiene una delle prove cardine per dimostrare la fondatezza dell’incriminazione di eversione contro l’imputato. Per fortuna della verità, però, la sua deposizione, non ha sortito gli effetti sperati dalla pubblica accusa, l'avvocato difensore di Socrate è stato abile nello smascherare la falsità di alcune affermazioni, rendendo la sua testimonianza poco credibile. Di seguito sono riportati ampi stralci del dibattimento. 

“ Lei è stato per qualche tempo discepolo di Socrate, a quanto ci risulta, signor Meleto. Ce lo conferma?”, fu la prima domanda dell’avvocato dell’accusa.

“Confermo” rispose Meleto.

“Può spiegare alla corte, le ragioni per cui ha deciso di non seguire più gli insegnamenti di Socrate?”

“ Non mi trattava con il riguardo che meritavo. Non mi ha mai invitato a casa sua, nemmeno offerto un caffé”.

E' vero che lei ha avuto una breve relazione con la moglie dell'imputato?"

" Relazione è una parola eccessiva, abbiamo fatto sesso un paio di volte, ma per gioco. Non credo di essere stato l'unico tra i seguaci dell'imputato ad aver avuto questo onore".
“ E' stato lei a decidere di lasciare il gruppo?”
“ Si, a causa dell’elogio della violenza da parte dell'imputato. Al riparo dalle telecamere, Socrate ci spingeva a sovvertire le istituzioni democratiche, con le armi. Da quanto mi risulta, c’era una cellula segreta, un’organizzazione paramilitare, alla sua diretta dipendenza, impegnata ad organizzare attentati terroristici”.

“ Si rende conto della gravità delle sue accuse? Lei è un deputato della Repubblica, un servitore dello stato”.
“ Me ne rendo conto, mi dispiace, anzi, non aver denunciato subito i fatti di mia conoscenza, ma chi avrebbe creduto soltanto qualche mese fa alle mie parole?”

“ La difesa vuole procedere con il contro interrogatorio del testimone?”, chiese il giudice.

“ Si, vostro onore”

“ Proceda, dunque”

“ Onorevole Meleto, quando afferma che le risulta che l’imputato era a capo di un’organizzazione di stampo terroristico, lo fa in base a testimonianze dirette, a confidenze di qualche discepolo di Socrate o solo a seguito di sue deduzioni?”

“ Solo in base a mie deduzioni”.

“ Quindi non ha alcuna prova di ciò che afferma, eppure non doveva essere difficile procurarsele, se era sua intenzione dimostrare la pericolosità sociale dell’imputato. Può spiegarci perché non ha confidato alle autorità competenti i suoi sospetti?”

“ Cosa le fa credere che non lo abbia fatto?”, rispose Meleto.
“ Non risulta agli atti di questo processo, se non è così ci dica con chi ne ha parlato”

“ Non possoMi avvalgo delle mie prerogative di parlamentare per non rispondere a questa domanda”.

“ E’ vero onorevole Meleto che lei era l’agente che i servizi avevano infiltrato nel gruppo dei discepoli di Socrate?”, insistette l’avvocato difensore.

“No, è falso”

“ E’ vero onorevole Meleto che è stato l’imputato a chiederle di non partecipare più alle sue conversazioni dopo aver scoperto la sua attività di spionaggio?”

“ Assolutamente no, me lo chiesto quando mi ha colto in flagrante a fare sesso con la moglie e la cameriera” rispose l’onorevole Meleto.

" Anche con la cameriera? Lei è uno che si da molto da fare onorevole Meleto. Eppure noi abbiamo un video ripreso dalle telecamere poste nell'ufficio dell'imputato in cui Socrate l'accusa di spionaggio e le intima di non farsi più vedere da quelle parti. Che ci dice in proposito?"

“ E’ vero. Socrate mi chiese di lasciare il gruppo, perché mi riteneva una spia dei servizi, ma si sbagliava”.

Il brusio del pubblico seguì l’ultima affermazione di Meleto. La difesa di Socrate aveva raggiunto lo scopo di minare la credibilità della sua testimonianza. La pubblica accusa chiese di poter rivolgere qualche altra domanda al testimone, con il consenso della corte.

“ Onorevole Meleto, lei ha lasciato il gruppo di sua spontanea volontà o dietro richiesta dell’imputato?”

“ Avevo già deciso di farlo, la richiesta dell’imputato ha solo accelerato i tempi” rispose Meleto.

“ Conferma le accuse rivolte all’imputato di aver favorito con i suoi insegnamenti l’eversione verso le istituzioni dello Stato?”

“ Confermo ogni punto delle mie dichiarazioni”

“ Ho concluso con le domande, vostro onore”

“ Il testimone si può accomodare”, ordinò il giudice. “ La corte si aggiorna, la prossima udienza è fissata, come da calendario concordato con le parti, per il 15 aprile”.

15 aprile 2015

L'udienza odierna del processo a Socrate è stata dedicata all'escussione della testimonianza del commissario di polizia che si è occupato del caso e a quella del leader del partito di governo Anito. Di seguito potete leggerne ampi stralci.
" Dottor Filiakis, è stato lei ad arrestare l'imputato la mattina del 15 settembre del 2014?"

" Si, confermo di aver provveduto all'arresto dell'imputato nella data da lei indicata"

" Può dirci dove si trovava l'imputato al momento del suo arresto?"

" Nella sua stanza da letto"

" Era solo?"

" No, in compagnia di altre tre persone, due donne e un uomo".
" Le avete identificate?"

" Si, erano la moglie, un amica della moglie con il marito. Erano tutti e quattro a letto nudi"

" Un'orgia di gruppo?"

" Probabilmente, anche se durante l'interrogatorio hanno negato di aver fatto sesso quella notte".

" Riconosce questa foto dottor Filiakis?"

" È una delle foto scattate il giorno dell'arresto all'ufficio dell'imputato".

" C'erano dei personal computer?"

" Abbiamo inventariato tre pc in rete, un server potente, una decina di tablet, molti smartphone di ultima generazione, un sistema di telecamere che controllava ogni angolo dell'edificio bagni compresi, televisori al plasma, un costoso impianto hi fi. Un ufficio ad alta componente tecnologica".

" L'imputato, ce lo ha ricordato anche il suo difensore, non è un fiero oppositore della tecnologia? Com'è possibile che voi abbiate trovato oggetti tecnologici tanto avanzati?"

" Non saprei, ho solo riportato nel mio rapporto ciò che è stato trovato nella perquisizione".

" Immagino abbiate analizzato il materiale. Avete trovato mail inviate dall'imputato, appunti sull'attività del gruppo, testi di qualunque tipo scritti da Socrate?"

" Non abbiamo trovato nulla di tutto ciò. Abbiamo sequestrato degli appunti scritti di suo pugno dall'imputato, si trattava di promemoria per la moglie, consigli per la spesa, per il pagamento delle bollette dell'energia o del gas, suggerimenti per l'acquisto di lingerie sexy. C'erano delle lettere spedite da alcuni degli amici o dei discepoli di Socrate, trattavano argomenti filosofici. L'esistenza di Dio, la natura della verità, cose di questo tipo. Non vi erano trattati argomenti politici".
" Cosa vi ha spinto dunque a chiedere l'arresto di Socrate?"
" La confessione di Stankos, il responsabile dell'attentato al treno Atene-Salonicco. È stato lui a denunciare Socrate come un istigatore alla lotta armata contro lo Stato".
" La pubblica accusa ha concluso, vostro onore".

" La difesa ha delle domande da rivolgere al testimone?"

"Si vostro onore"

"Proceda".

" Dottor Filiakis anch'io, come il mio collega della pubblica accusa vorrei mostrarle una foto, riconosce il luogo dove è stata scattata?"

" Si, è l'ufficio dell'imputato"

" Sa quando è stata scattata?"

" No, da cosa dovrei capirlo?"

" Ha ragione, non può saperlo. E' della sera prima dell'arresto di Socrate, è stata scattata con uno smartphone, quindi abbiamo data e ora della foto. Come può vedere qualche ora prima dell'arresto dell'imputato nel suo ufficio non c'è traccia di computer, tablet, televisori al plasma, impianti stereofonici. Come se lo spiega?"

" Non saprei, durante la nostra perquisizione ne abbiamo riscontrato l'esistenza. E' tutto ciò che posso dire"

" Avete eseguito la perquisizione subito dopo l'arresto?"

" No, il giorno successivo"

" Come mai? C'è stato qualcuno che vi ha preceduto?"

" La squadra antiterrorismo ha la precedenza, in casi come questi, abbiamo perquisito l'ufficio dell'imputato solo quando abbiamo avuto il loro permesso".

" Quali mezzi sono stati usati per procedere al fermo dell'imputato?"

" Circa trecento uomini, trenta volanti, quattro elicotteri. Abbiamo dovuto circondare l'intero quartiere in cui l'imputato abita, per evitare che fuggisse." 

" Nella perquisizione avete trovato armi o materiale sovversivo di qualunque tipo?"

" No." 

" Ricapitoliamo, dunque. La sera precedente l'arresto nell'ufficio di Socrate non vi è traccia di quei computer, apparecchi televisivi e informatici di ultima generazione,  che saranno trovati nella vostra perquisizione di due giorni dopo. Nel frattempo, però, l'ufficio dell'imputato è restato per ventiquattro ore in mano agli agenti dell'antiterrorismo. Le ipotesi, a questo punto sono due: o l'imputato ha utilizzato la notte prima dell'arresto per installare i computer nel suo ufficio, magari con l'aiuto della moglie, dell'amica e del marito di quest'ultima, ovviamente nudi, oppure sono stati gli agenti dell'antiterrorismo a fare questo lavoro. Dottor Filiakis, nell'ufficio di Socrate c'erano delle telecamere di sorveglianza, ne avete visionato i filmati per scoprire come sono andate le cose?"

" Abbiamo visionato quei filmati, le telecamere, però, sono state disattivate dopo l'arresto dell'imputato. Posso dirvi che la notte prima dell'arresto nessuno è entrato in quell'ufficio".

" L'imputato, da ciò che vi risulta, aveva una connessione internet?"

" Non ha mai stipulato un contratto di quel tipo."

" Aveva un contratto con una compagnia telefonica?"

" Si, possedeva un cellulare, non di ultima generazione. Diciamo che col suo cellulare poteva solo conversare al telefono".

" Avete trovato televisori nelle altre stanze dell'abitazione? Sappiamo che ve n'erano parecchi nell'ufficio del mio assistito".

" No, non ne abbiamo trovati". 

" Ho concluso vostro onore". 

" L'accusa vuole porre qualche altra domanda al testimone?"

" No, vostro onore"

" Il testimone può andare", ordinò il giudice. " La seduta è sospesa per mezzora".

La testimonianza del Dottor Filiakis, apre scenari inquietanti. Dietro l'arresto di Socrate si scorge la lunga mano degli apparati dello Stato che hanno tutto l'interesse a screditarlo e a rendere inoffensivo il movimento di cui è il leader ispiratore. Provate a pensare : gli agenti dell'antiterrorismo arrivano a casa di Socrate con un furgoncino pieno di computer, telecamere, televisori, altoparlanti ad alta fedeltà, etc. Perché? Solo per dimostrare che Socrate mente, quando afferma di essere contro la tecnologia, mentre in realtà, quando non ha addosso gli occhi del mondo, la utilizza per i propri fini; che il suo vero interesse, è la conquista del potere con ogni mezzo, anche con l'uso della violenza. 


" La pubblica accusa chiama a deporre l'onorevole Anito"

" Proceda" disse il presidente della Corte".

" Onorevole Anito, vorremmo che lei ci chiarisse le basi del pensiero politico di Socrate e le ragioni della vostra opposizione al movimento " Le regole della democrazia" di cui l'imputato è l'ispiratore".

" È semplice, Socrate non ritiene che i diritti politici vadano estesi a tutti, ma propone che siano concessi solo a chi dimostra di averne piena consapevolezza. Chi vuole candidarsi ad una carica pubblica, a giudizio dell'imputato deve frequentare per almeno tre anni, una scuola specifica, in modo d'avere la competenza necessaria ad esercitarla a vantaggio dei cittadini. In teoria è un'idea da apprezzare, ma è evidente che soltanto chi ha una certa agiatezza economica può permettersi di frequentare per tre anni una scuola senza percepire alcun compenso. Il voto, secondo Socrate,dovrebbe essere concesso solo a chi possiede una laurea o un diploma di scuola superiore di qualsiasi genere. In questo caso sarebbe escluso dal voto il venti per cento della popolazione, ovviamente quella più povera. È vero che nel programma del movimento politico che s'ispira alle idee dell'imputato è previsto l'obbligo del diploma di scuola superiore. Chi non lo possiede può ottenerlo in modo gratuito e con un indennizzo dello Stato pari all'ottanta per cento dell'ultimo stipendio percepito, sino alla fine del corso di diploma. Intanto, però, sarebbe escluso da un diritto riconosciuto in ogni nazione democratica".

" Socrate è in questa sede accusato di eversione e d'istigazione alla lotta armata contro lo Stato. Ritiene l'accusa credibile e soprattutto compatibile con le basi teoriche del pensiero dell'imputato?"

" Ad accusare Socrate è uno dei suoi discepoli: sulla fondatezza dell'incriminazione personalmente non ho alcun dubbio. Non per calcolo politico. Nella lontananza dell'imputato dalla politica attiva scorgo il germe pericoloso dell'autoritarismo: perché mi chiedo rifiuta il confronto delle idee che è alla base della democrazia? Parla di politica, di morale, di filosofia solo con i discepoli o con gente selezionata, non si rivolge al popolo, non discute con chi non la pensa come lui. Come sorprendersi dunque se la sua avversione verso la democrazia, si spinge sino a progettare la lotta armata contro le istituzioni repubblicane?"

" Ho concluso con l'interrogatorio dell'imputato", vostro onore.

" La difesa ha delle domande da rivolgere al testimone?"

" Si vostro onore"

" Proceda".

" Onorevole Anito, può dirci quale era la sua professione prima di essere eletto in parlamento?".

" Insegnavo Filosofia all'università di Atene"

" Ha pubblicato dei libri di Filosofia?"

" Si,con scarso successo, ma si"

" Non è che la sua avversione verso l'imputato sia soltanto la reazione di un accademico verso un uomo di cultura che trasgredisce le regole?"

" No".

" Perchè secondo lei Socrate, che non ha mai pubblicato il suo pensiero filosofico, è tra gli intellettuali maggiormente conosciuti al mondo? Non le da fastidio?"

" Certo che mi da fastidio. Socrate a mio parere è bravo a porre domande, ad incalzare l'interlocutore sino a confondergli le idee, è abile a confutare gli argomenti altrui, ma le sue proposte quali sono? Perché non concede anche a noi, la possibilità di contrastare il suo pensiero? "


" Non pensa che la scelta dell'imputato di non pubblicare il suo pensiero sia dovuta semplicemente alla scarsa fiducia se non al disprezzo verso una comunità accademica dove non regna la meritocrazia, ma il nepotismo, la clientela, la corruzione?"


"È solo snobismo culturale, evidentemente non ci ritiene all'altezza di capire il suo pensiero. I paradossi del pensiero politico: io sono un accademico vicino al popolo ed alle sue esigenze, Socrate è un nemico del popolo, un conservatore, anche se anti accademico".

" E' vero onorevole Anito che Socrate ha avuto una relazione con sua moglie un paio d'anni fa?"

" Lo escludo"

" Ho qui una delle lettere che sua moglie ha inviato all'imputato: vuole darle un'occhiata prima che la consegni al presidente della Corte?"

" No".

" Ne conosce il contenuto? Sua moglie le ha parlato di questa relazione?"

" Si".

" Onorevole Anito, la sua avversione nei confronti dell'imputato non dipende forse da questi risentimenti personali? E' più famoso di lei senza avere gli stessi titoli accademici, le scopa pure la moglie, mi sembra normale che lei lo odi. Non è così?"

" Si, è così".

" Ho concluso con le domande vostro onore".

" La seduta è sospesa, la prossima udienza è prevista per il due maggio", concluse il presidente del collegio giudicante.

 2 maggio 2015 


La pubblica accusa ha deciso di calare l'asso con la deposizione di Demetrios Stankos, reo confesso della strage del treno Atene-Salonicco ed ex allievo di Socrate. La carta non sembra aver funzionato granché, poiché a mio giudizio almeno, non ha sortito gli effetti sperati dall'accusa, grazie all'abilità dell'avvocato difensore. Lascio a voi, dopo la lettura di ampi stralci dell'udienza odierna il giudizio. 

" Chiamo a deporre Demetrios Stankos". Il teste ammanettato ed accompagnato da due agenti in borghese, si avvicinò al banco dei testimoni. Chiese invano di essere liberato dalle manette.

" Lei è stato almeno sino all'arresto avvenuto pochi mesi fa uno dei più fedeli seguaci dell'imputato, lo conferma?"

" Confermo." 

" Può spiegarci la natura e la frequenza dei suoi rapporti con l'imputato? Quante volte lo vedeva, se discuteva con lui solo di argomenti filosofici o se parlavate anche di altro. Di politica, di sport, di cinema, di donne".

" Lo vedevo quasi ogni giorno e parlavamo solo di filosofia, di politica, di fatti di cronaca. Socrate non si occupava di sport, quanto alle donne, non ne parlava mai. Una volta, però, l'ho sorpreso a sfogliare " Playboy": vedendomi stupito, mi ha spiegato che per lui era una forma di aggiornamento culturale, aveva bisogno di tenersi al passo con i tempi. Si lamentava spesso della moglie: come ho potuto ripeteva sposare una tale deficiente? Spendeva troppo a suo parere per l'effimero: vestiti, gioielli, vita mondana, parrucchieri ed estetisti. Non leggeva nulla di diverso dalle riviste di gossip. Perché non chiedeva il divorzio? Perché odiava gli avvocati persino più della moglie: li considerava degli azzeccagarbugli".

" Socrate da ciò che le risulta aveva delle amanti o frequentava delle prostitute?"

" Ho sentito dire che aveva una relazione con la moglie di un deputato del partito al governo, ma non ne conoscevo l'identità sino alla testimonianza dell’onorevole Anito. Gli ho chiesto una volta se questa voce corrispondesse al vero. Mi rispose che c'era qualcosa di reale, ma che non si trattava di una relazione sessuale, ma solo di aggiornamento culturale".

" L'imputato aveva degli hobby? Come trascorreva il tempo libero?"

" Giocava con i trenini. Ne faceva collezione, li curava con tanta passione. Ero l'unico che aveva lo stesso hobby, ero spesso ospite a casa sua, proprio grazie a questa comunanza d’interessi".

"Lei è reo confesso per la strage del treno Atene-Salonicco e ha indicato proprio nel suo maestro il mandante di quel reato. Può spiegarci quando e come le ordinò di compiere quell'atto di terrorismo?"

" Una sera che ero invitato a casa sua stavamo giocando con i trenini, quando improvvisamente un vagone del treno prese fuoco. Chiesi a Socrate quale fosse la causa: mi rispose che era stato un attentato a ridurre in cenere il suo treno. Ora, concluse, come faccio ad andare da Atene a Salonicco?"

" Perchè l'imputato non le ha dato un ordine diretto, ma ha scelto un modo così contorto per chiederle di mettere un ordigno sul treno?"

" Era il suo modo di fare. Quando voleva mangiare un piatto di spaghetti, ad esempio, non chiedeva mica alla moglie o alla cameriera di preparaglieli, ma faceva trovare loro un volume di settecento pagine sulla cucina nella storia con la pagina aperta sulla preparazione degli spaghetti. Una volta che aveva un attacco di appendicite, invece di contorcersi dal dolore e di chiamare un'ambulanza, non andò a tirare fuori dalla libreria un vecchio romanzo d'appendice, scrivendo sulla copertina “ aiuto, mi sento male"? Arrivò in ospedale quasi in fin di vita. Eravamo abituati, insomma, alla stravaganza di certi ordini."

" Quando voleva fare l'amore con la moglie cosa faceva, le faceva trovare sul letto il kamasutra o un giornale porno?"

" No, metteva una scopa sopra il letto".

" Dopo l'attentato ha avuto modo di parlare con l'imputato di quanto era successo? L'ha ringraziata o le ha dimostrato in qualche modo la sua riconoscenza?"

" Mi ha invitato a casa sua a giocare con i trenini. Aveva ricostruito nei minimi particolari l'attentato del 1980 alla stazione di Bologna in Italia. C'era pure, pensi, l'orologio fermo all'orario della strage. Dopo avermela mostrata ha aperto una bottiglia di vino e mi ha invitato a berla insieme a lui".

" L'accusa ha terminato con l'interrogatorio del teste, vostro onore".

" La difesa ha delle domande da porre al testimone?" chiese il giudice.

" Si vostro onore".

" Può procedere".

" Signor Stankos, lei è un esperto di enigmistica?" chiese l'avvocato difensore.

" No".

" Cosa le fa pensare di avere correttamente interpretato il volere del mio assistito, non è possibile che quello di Socrate fosse solo un gioco?"

" No, nessun gioco, il suo ordine, anzi era piuttosto esplicito: in genere copriva un po' di più i suoi voleri"

" Socrate in sua presenza si è mai lamentato della moglie, le ha mai detto che non vedeva l'ora che tirasse le cuoia?"

" Si, piuttosto spesso, ho già detto che l'accusava di eccessiva mondanità"

" Perchè, allora non l'ha uccisa?"

" Non funzionava così, se avesse voluto che la uccidessi mi avrebbe mostrato un articolo di cronaca che riferiva di un uxoricidio per futili motivi. Non lo ha mai fatto".

" Il mio cliente l'ha mai indotto a commettere dei reati a parte l'attentato al treno?"

" Si"

" Quali?"

" Una volta mi mostrò delle fotografie di animali squartati al mattatoio e un articolo di giornale che riferiva di un'azione spettacolare di un gruppo animalista. I militanti si erano incatenati davanti alla porta d'ingresso di un laboratorio in cui gli animali venivano usati come cavie per la ricerca. Qualche giorno dopo diedi fuoco ai locali del mattatoio di Patrasso e di un laboratorio di ricerca della stessa città".

" Altri casi?"

" Si, un giorno l'imputato mi rivelò di aver messo un investigatore privato alle calcagna della moglie per scoprirne i tradimenti. Mi mostrò le foto della sua consorte con l'amante, la sua parrucchiera. Era distrutto: non immaginava che la moglie lo tradisse con una donna. Ritrovò il sorriso solo quando apprese da un articolo di cronaca che la donna era stata trovata morta nel suo appartamento, uccisa in una rapina. Provi a immaginare chi era l'assassino?"

" Lei. Lo ha detto all'imputato?"

" Non ce n'è stato bisogno. Dopo aver letto l'articolo di cronaca, mi guardò dritto negli occhi e disse - Il Dio dei filosofi ha colpito ancora, giustizia è fatta-. La moglie, però, da quello che mi risulta non ha smesso di darsi da fare, ma Socrate non mi ha più chiesto il mio aiuto, forse si è rassegnato, oppure ha trovato il modo di condividere con lei, certe scappatelle".

" Si riferisce alla circostanza che al momento dell'arresto l'imputato è stato trovato in compagnia oltre che della moglie, di un'amica di lei e del marito?"

" Esatto".

" Perchè ha deciso di denunciare il suo maestro? Le hanno promesso uno sconto di pena?"

" Nessuno sconto, sono pentito di ciò che ho fatto".

" È vero che qualcuno ha versato alla sua famiglia un milione di Euro, dopo la sua confessione?"

" Non mi risulta".

" Vorrei depositare, col suo permesso vostro onore, l'estratto conto della moglie dell'imputato dove risulta un bonifico di un milione di euro. Non è signor Stankos che lei s'è inventato tutto per assicurare un avvenire agiato alla sua famiglia?"

" No, quello che ho detto è la verità".

" Ho concluso con le domande, vostro onore".

" L'udienza è aggiornata al cinque giugno".


 5 Giugno 2015


La notizia si era velocemente diffusa in rete, seguendo un vero e proprio passaparola virtuale: era il giorno della deposizione di Socrate. Il tribunale era strapieno, la folla dei suoi sostenitori riempiva la piazza antistante il Palazzo di Giustizia. La maggior parte della popolazione, come mostrato dai sondaggi commissionati dai giornali più importanti del paese, riteneva che le accuse contro Socrate erano infondate; larghe fasce di pubblico, anzi, pensavano che era in atto contro il filosofo un vero e proprio complotto.

In questo clima di passione il presidente del Collegio giudicante dette inizio all’udienza.

“ La pubblica accusa ha ancora dei testi da interrogare?”

“ No, vostro onore”

“ La difesa, se lo ritiene, può interrogare i testimoni a discarico”, concluse il giudice.

“ Chiamo a testimoniare l’imputato” disse l’avvocato difensore.

Il brusio del pubblico seguì l’avvicinamento di Socrate al banco degli imputati. Dopo avere giurato con la formula di rito sulla Costituzione, Socrate attese il fuoco di fila delle domande.

“ Qual è la sua professione, signor Socrate?”

“ Mi ritengo un cercatore di verità, uno specialista in domande”

“ D’accordo. Io però volevo sapere come si guadagna da vivere.”

“ Quando ne ho bisogno vado in Banca e prelevo dei soldi dal mio conto.”

“ Vive di rendita quindi?”

“ Ho ereditato dei beni e qualcuno li amministra per conto mio. E’ mia moglie ad occuparsi di queste questioni materiali, il denaro, le proprietà, le azioni, non sono al centro dei miei pensieri, come può ben capire”.

“ Come si dichiara rispetto all’accusa di eversione che le è stato mossa?”

“ Colpevole. Almeno quanto la maggioranza della popolazione che non sopporta più una classe politica corrotta e ottusa che ha impoverito e condotto alla bancarotta il Paese”.

“ Ha ordinato a Stankos, l’attentato al treno Atene-Salonicco?”

“ La storia dei trenini è vera, ciò che ha raccontato Stankos nel suo interrogatorio corrisponde a verità. Ovviamente è stato lui a interpretare male, io sono contro ogni forma di violenza”.

“ Ha mai tradito sua moglie?”

“ Si, come tutti coloro che hanno un coniuge. La mia signora mi ha ripagato con gli interessi: a ogni mia scappatella rispondeva con dieci tradimenti per rappresaglia. Battute a parte, siamo sempre stati una coppia aperta, pronti a sperimentare ogni nuova forma di piacere”.

“ Tra le sue scappatelle, c’è stata anche la moglie di Anito, uno dei suoi accusatori?”

“ A dire il vero è stata lei a sbattermela in faccia, come tante altre mogli di parlamentari”.

“ Perché non ha mai voluto pubblicare dei libri?”

“ Perché non ho nulla da insegnare. L’unica cosa che so è di non sapere nulla, come posso scrivere dei libri? Sono uno che cerca la verità facendo domande, costringo i miei interlocutori a pensare ed a tirare fuori quella conoscenza che è sepolta nella loro mente”.

“ Lei, è risaputo, non ama la tecnologia. Può spiegarci il perché?”

“ Perché ci distrae dal cercare la verità, ci spinge a far prevalere la nostra natura più frivola, leggera, egoista. Cosa condividono gli utenti di Facebook o Twitter? Foto, massime da cioccolatini, brani musicali. Certo c’è spazio sul web per l’informazione e l’approfondimento: ogni strumento del resto può essere utilizzato in molti modi. La mia idea è che, almeno per ora, il progresso tecnologico ha segnato un arretramento per la cultura”.

“ Guarda i programmi televisivi?”

“ No, preferisco dedicare il tempo libero alla lettura,  alla conversazione, a giocare con i trenini, a fare sesso”.

“ Ha mai avuto contatti con gruppi terroristici stranieri, c’è chi ha affermato che lei era a libro paga di Osama Bin Laden?”

“ Si negli anni settanta avevo dei contatti con le Brigate Rosse italiane e i terroristi tedeschi Baader e Meinhof. Una volta mi ha fatto visita Arafat, un’altra è venuto a trovarmi Mandela. Ricordo che una volta ho parlato col fantasma di Gavrilo Princip, l’attentatore dell’arciduca Francesco Ferdinando del 1914, Ali Agca, invece, mi ha spedito delle cartoline dal carcere. Con Osama giocavo a scacchi via posta, era un fissato dell’arrocco: non so perché preferiva muovere le torri, invece degli alfieri e degli altri pezzi”.

“ E’ uno scherzo?”

“ Certo, non ho mai avuto a che fare con gruppi terroristici di qualsiasi specie e natura. Lo ripeto, come Gandhi, sono per la non violenza”.

“ Ho concluso, vostro onore”.

“ La pubblica accusa vuole porre delle domande all’imputato?”

“ Si, vostro onore”

“ Può procedere”

“ Signor Socrate, i testimoni presentati dall’accusa l’hanno smascherata: lei si dichiara contro la violenza, un suo discepolo, però, ha fatto saltare in aria un treno su suo ordine e si è dichiarato responsabile di altri omicidi commessi dietro suoi suggerimenti. Non può bastare qualche battuta di spirito a modificare la realtà: lei è il mandante di una strage. Come può la sua coscienza reggere il peso di questa verità?”

“ Quanti innocenti ha fatto condannare, quanti di coloro che ha mandato ingiustamente in galera, si sono tolti la vita? La sua coscienza non sente il peso di questa realtà?”

“ Non funziona così, in questo luogo. Lei è tenuto a rispondere alle mie domande, l’interrogato, l’imputato qui è lei, non io”.

“ Sono un altro dei suoi scalpi o la più importante delle sue vittime? Non parli di verità proprio lei: le accuse contro di me sono ridicole e lo sa bene. Ho ordinato a un mio seguace di compiere una strage giocando con i trenini? E’ un classico dei terroristi: l’ordine della strage di Piazza Fontana a Milano non  fu forse dato con una distinta di versamento? Bin Laden, com’è stato accertato, non diede l’ordine di attaccare le Torri Gemelle, mentre giocava con i Lego? Se mi ritiene un terrorista, non offenda la mia intelligenza con una ricostruzione così ridicola dei fatti”.

“ Mettiamo per ipotesi che lei abbia effettivamente ordinato la strage del treno Atene-Salonicco. Quale sarebbe, a suo parere un modo serio di dare l’ordine?”

“ Organizzare una riunione, dopo aver approntato un piano dettagliato dell’attentato, ad esempio. Perché vuole farmi passare per un idiota?”

“ Non per un idiota, ma per uno stravagante. Altre testimonianze hanno dimostrato che lei ha un modo d’agire poco convenzionale. Vuole negarlo?”

“ Non sono io ad essere stravagante, ma è lei ad essere noioso. Vuole negarlo?”

“ Le ripeto che sono io qui, come rappresentante degli interessi della collettività, a porre le domande. Lei deve solo rispondere”.

“ Faccia delle domande serie, allora e non mi faccia passare per ciò che non sono, un buffone e uno con la testa per aria”.

“ Così, non andiamo da nessuna parte. L’accusa ha concluso il suo interrogatorio”.

“ L’udienza è sospesa. Riprenderà come da calendario il 24 giugno, ordino il presidente del collegio giudicante”.





Il processo contro Socrate volge ormai al termine, la sessione odierna è stata dedicata alle arringhe di accusa e difesa. Al termine la Corte si è ritirata in camera di Consiglio. La sentenza, molto attesa dalla popolazione, è prevista per il 26 giugno. I media dedicano ampio spazio al procedimento, trasmettendo ampi stralci delle udienze, chiedendo il parere di avvocati e giuristi, intervistando i cittadini in strada. Le previsioni sono incerte: i cittadini tifano per Socrate, gli addetti ai lavori, invece, sono divisi sull’esito del processo. L’arringa della pubblica accusa è stato molto dura, dopo aver descritto Socrate come un nemico del popolo, suffragato dalla testimonianza di Anito, ha utilizzato la deposizione di Demetrios Stankos per accusarlo di essere il mandante della strage del treno Atene-Salonicco. Ha chiesto per l’imputato il massimo della pena, il carcere a vita. Di seguito, invece, riporto ampi stralci dell’arringa della difesa.

“ Presidente della Corte, signori giudici, il processo contro il mio assistito è politico. Le prove dell’accusa sono risibili: vertono sulla testimonianza di un seguace dell’imputato, reo confesso dell’attentato del treno Atene-Salonicco. Risulta dalla sua testimonianza che non ci fu alcun ordine diretto: Demetrios Stankos ha interpretato una battuta del mio assistito mentre giocavano con dei trenini, come un invito a compiere un atto di terrorismo. La difesa ha dimostrato come, in cambio di questa testimonianza, alla famiglia dello stesso, sia stata accreditata la somma di un milione di euro. Da parte di chi? Ho provveduto a sporgere una denuncia contro ignoti, perché sia scoperto il mittente di questo bonifico. Perché questo accanimento contro il mio assistito? Perché è l’ispiratore di un movimento politico di crescente successo? Perché il suo stile di vita ostile alla mondanità, al consumismo fa paura? Probabilmente per entrambe le ragioni. Perché mi chiedo gli agenti dell’antiterrorismo hanno voluto costruire delle prove contro il mio assistito, trasportando nel suo ufficio computer, telecamere, apparecchi stereofonici? Perché qualcuno si è preso la briga di pagare Demetrios Stankos per indicare l’imputato come mandante di una strage? Cui prodest?
Il mio assistito è innocente, questo è il solo verdetto che questa Corte può emettere, alla luce degli atti di questo processo” concluse l’avvocato difensore.

“ La Corte si ritira in Camera di Consiglio, per emettere la sentenza”.



 26 giugno 2015


Socrate attende la sentenza della corte con l’animo sereno di chi è innocente: sa di non aver fatto nulla di male. Che succederà se lo condannano all’ergastolo? Nulla, da buon cittadino accetterà la sentenza, ricorrerà in appello come fanno tutti. Non abbiamo parlato di ciò: nel nostro ultimo colloquio, abbiamo trattati temi di tipo diverso, come l’immortalità dell’anima, l’esistenza di Dio, il diritto allo studio da parte di tutti, l’equità sociale. Socrate è lo stesso di sempre; pone domande, ci spinge a non fermarci all’apparenza, a cercare la verità: del processo e della sua sorte, non sembra interessarsi più di tanto. Può darsi che li tema, ma di sicuro non lo dà a vedere. Sui media, invece, si è scatenato il “toto sentenza”, i bookmaker danno l’assoluzione di Socrate a 1,50 e la condanna all’ergastolo a 3. Le telecamere delle televisioni di tutto il mondo stazionano già da ieri sera dinanzi al palazzo di Giustizia, la diretta è prevista a partire dalla diciotto, ora della probabile sentenza. Gli ultimi sondaggi sono tutti a favore dell’imputato: l’ottanta per cento della popolazione crede nella sua totale innocenza. Socrate aspetterà il verdetto a casa propria, insieme agli amici e ai discepoli più fidati, in tribunale sarà rappresentato dal suo avvocato. Ci vedremo per pranzo e discuteremo come di consueto di filosofia e di politica: dinanzi alla sua abitazione c’è la stessa ressa di telecamere e giornalisti del Palazzo di giustizia. Da ieri sera, però, ci sono anche tanti militanti del movimento che s’ispira alle idee di Socrate. Comunque vada, sarà una giornata storica.


Il verdetto

Il verdetto è stato letto alle diciannove: contrariamente alle previsioni Socrate è stato condannato all’ergastolo. La difesa ha subito preannunciato il ricorso, contestandone la legittimità, l’accusa si è dichiarata soddisfatta della sentenza. Come ha reagito Socrate?

“ Ero certo che mi avrebbero condannato” sono state le sue uniche parole dedicate all’argomento. “ Vi prego di lasciarmi solo per qualche ora, ho bisogno di riflettere, ci vediamo domani”.

27 giugno 2015

Un lancio d’agenzia di “Ana Mpa” annuncia la morte di Socrate. Secondo una prima ricostruzione filtrata da ambienti investigativi, si tratterebbe di suicidio, causato dall’ingestione di sonniferi. Sarebbe stata la moglie alle prime ore dell’alba a scoprire il corpo senza vita del marito. Sarebbe stato trovato accanto al cadavere un biglietto che spiega le ragioni del gesto.

La lettera


Uno choc e tanti dubbi: sono confuso, nulla lasciava presagire ciò che è accaduto. Socrate ieri sera non era sereno, ma chi lo sarebbe stato al suo posto? Era convinto in cuor suo che sarebbe stato condannato, perché le sue idee e il suo esempio rappresentano un pericolo per chi governa questo Paese. Si erano spinti troppo in là, truccando le carte, costruendo prove, pagando testimoni: anche la sentenza, probabilmente è stata comprata.
Ci ha chiesto di lasciarlo solo per riflettere: cosa può averlo spinto a togliersi la vita? La sentenza non era ancora definitiva, c’era ancora la possibilità di ribaltare il verdetto in appello o di chiedere ai suoi sostenitori di farsi sentire. Sarebbero stati al suo fianco sino all’ultimo.

“ Ho già avuto modo di provare gli effetti della detenzione sulla mia anima dopo l’arresto( inizia così il biglietto scritto da Socrate prima di togliersi la vita e pubblicato da qualche ora sui giornali on line del Paese): un mese lungo quanto dieci anni di vita. La mia esistenza è stata tutta dedicata alla ricerca della verità, non solo attraverso lo studio e le letture, ma grazie al confronto delle idee, allo scambio culturale. Mi ritengo un ignorante, perché c’è sempre una verità da cercare, un dubbio da chiarire, qualcosa di nuovo da scoprire. Come posso farlo se mi privano della libertà sino alla fine dei miei giorni? Quale può  essere a questo punto la mia ragione di vita, se non posso più guardare l’azzurro del cielo, bagnarmi tra le onde del mare, bere un po’ di buon vino con gli amici più fidati, fare l’amore, porre domande a chi crede di avere la verità in tasca? Sono innocente, ma hanno deciso di farmi fuori: si sono dati molto da fare per riuscirci, hanno quasi raggiunto l’obiettivo di far tacere la mia voce. Non mi farò zittire da loro: scelgo io di farlo, ancora da uomo libero. Non potranno mai dire che tenevo tanto alla vita da accettare di sprecarla dietro le sbarre di una prigione. Vivere non è il fine, ma il mezzo per lasciare una traccia di sé, per partecipare alla ricerca collettiva della verità, di un avvenire migliore per le sorti dell’umanità. Il mio ultimo pensiero è per chi ha condiviso questa mia avventura: a mia moglie, ai seguaci che mi hanno sostenuto, ai filosofi che mi hanno accompagnato nella ricerca della conoscenza e della verità. Fate ciò che a me non è più concesso: tenete la schiena dritta, non accettate compromessi, non state in silenzio dinanzi ai soprusi da qualunque parte  provengano. La mia morte non sarà una liberazione per i miei nemici, ma il loro incubo. Domani, forse, stapperanno lo champagne, ma presto dovranno fare i conti con il più implacabile dei giudici: la coscienza”.


30 giugno 2015

Il corpo di Socrate è stato tumulato, una folla oceanica ne ha seguito i funerali, per l’ultimo saluto erano presenti i media dell’intero pianeta. La nostra speranza è viva: forse, grazie al suo sacrificio tra qualche tempo, il mondo potrà essere un posto migliore dove vivere. Era il suo auspicio, sarà il nostro sino a quando avremo fiato per gridare la verità, forze per batterci contro ogni sopruso.