Ho conosciuto Giulio in chat, in un sito per cuori solitari ed è
stato subito colpo di fulmine. Non mi ero mai trovato di fronte un uomo così
ricco di fascino, sicuro di sé, colto. Posso trattare con lui ogni argomento:
ha una conoscenza approfondita di materie come letteratura, scienza, politica,
musica, sport. Non è molto fotogenico: ha quaranta anni, pochi capelli, un
volto dai tratti decisi, occhi castani, lo sguardo profondo. Il fisico è ancora
asciutto ed atletico come si conviene a chi dedica parecchie ore alla settimana
alla palestra.
Abitiamo in Nazioni diverse, Giulio è italiano, io risiedo,
invece, in Egitto. Parente di Mubarak? No, conosco quella storia, non tutte le
egiziane sono parenti del Presidente della Repubblica, come la maggior parte
degli italiani non abita ad Arcore. Non è ancora stato possibile incontrarci,
Giulio è un imprenditore di successo, è proprietario di un'azienda che opera
nel campo dell'armamento militare.
La sua società produce e vende aerei da guerra, cingolati, bombe
intelligenti, mitra: tutto ciò, insomma, che può assicurare la sicurezza a una
nazione. È di cuore generoso, per il mio ultimo compleanno mi ha regalato
un'auto con vetri anti proiettile e un kalashnikov: così tanto per tenere
lontani i malintenzionati dalla mia persona. Non che ci sia una ressa di
giovani desiderosi di farmi la festa: la miglior difesa è il mio volto.
Giulio non lo sa, ammetto di averlo ingannato spedendogli le foto della mia avvenente cameriera, cui per onestà ho girato
i suoi regali.
Non è molto romantico regalare un mitra a una donna? Ammetto che
non è il massimo, però era accompagnato da splendidi versi di sua composizione.
Giulio ha un animo poetico, ho già perso la testa per lui. C'è un problema
però, mi ha scritto che la prossima settimana è in Egitto per affari e desidera
incontrarmi: il mio dilemma è se andare di persona all'appuntamento rischiando
di farlo fuggire a gambe levate oppure se chiedere alla mia cameriera di sostituirmi. Magari come regalo stavolta
rimedia un carro armato o una nave da guerra.
Ho conosciuto Cleo in chat, in un sito per cuori solitari e la mia
vita è cambiata. È quasi un anno che non faccio che pensare a lei. Ci divide la
distanza: lei è una egiziana vera, no, nessuna parentela con Mubarak, mi ha
spedito il suo albero genealogico per dimostrarlo. È una donna avvenente e
colta, una trentenne capace di far girar la testa agli uomini. Mora, carnagione
scura, alta e magra come una modella, nelle foto che mi ha spedito non è mai
ripresa di profilo: strano, in Egitto da quello che so, amano quel tipo
d'inquadrature.
Sono preoccupato, perchè quelle che le ho spedito sono le foto di
un mio amico, se avesse visto le mie sarebbe fuggita a gambe levate. Dovrei
incontrarla la prossima settimana, il lavoro richiede la mia presenza in Egitto
per una delicata trattativa d'affari. C'è in gioco una commessa militare di
molti milioni di dollari per la mia società, non posso proprio mancare. Partirò
insieme al mio più stretto collaboratore, lo stesso delle foto inviate a Cleo:
devo decidere se mandare lui all'appuntamento o se presentarmi di persona. Il
mio miglior biglietto da visita, in fondo, è il conto in Banca, un argomento
spesso irresistibile con le donne. Cleo è una ricercatrice nel campo della
chimica, ho intenzione di proporle di lavorare nella mia società: abbiamo
bisogno di sviluppare il settore delle armi batteriologiche.
Ho visto Giulio, che emozione! Che presenza, che fisico! Mi sono
seduta al tavolo vicino al suo, mentre cenava con la mia cameriera Cinzia,
quella delle foto. Non mi sono persa una parola di ciò che si sono detti.
È proprio un tipo speciale: simpatico, spigliato, dalla battuta
facile. La mia cameriera ha riso per tutta la serata: stavolta ha fatto proprio
il romantico, non le ha regalato un carro armato, ma un assegno a cinque zeri.
" Con questo, le ha detto, puoi comprarti ciò che desideri". Cinzia
non ha perso tempo ed ha saccheggiato le migliori boutique d'Egitto. Ci sa
proprio fare con le donne! Le ha proposto di lavorare per la sua società,
per sviluppare il settore degli armamenti chimici: che animo gentile e generoso
che ha il mio Giulio! Ho dovuto nella prima chat successiva all'incontro
rifiutare la proposta: non posso mica farmi sostituire da Cinzia al lavoro, non
capisce nulla di chimica. Gli ho rifilato la solita balla della mamma malata
che non posso abbandonare. Ha funzionato.
Ho visto Cleo, come mi batteva il cuore! Mi sono seduto a un
tavolo vicino al suo, mentre cenava col mio collaboratore ed amico Marco,
quello delle foto. Ho seguito ogni loro discorso: che bella voce ha Cleo e che
fisico! Le fotografie non la valorizzano, è molto più bella di quanto
immaginassi. Marco ha riso per tutta la cena, non è solo uno schianto di donna,
ma anche divertente, simpatica, travolgente. Ho consegnato a Marco un
assegno a cinque zeri, ho visto che ha molto gradito il regalo. I soldi, come i
gioielli, sono i migliori amici delle donne. Il mio amico l'ha accompagnata
l'indomani a fare shopping: è stata un'esperienza indimenticabile, mi ha detto,
non hai idea di quanto l'hai resa felice. Ha rifiutato, però, la mia proposta
di lavoro: non può lasciare l'Egitto a causa della madre malata. Meglio così:
in caso contrario avrei dovuto rivelarle la verità e non so come l'avrebbe
presa.
Cinzia ha dimenticato a casa il suo tablet: la curiosità mi ha
spinto a frugare nei suoi appunti. Una vera stronza non un'amica, ecco cos'è.
Ha tradito la mia fiducia andando a letto con Giulio: l'ha visto con il
portafoglio pieno e le si è gettato addosso alla prima occasione. Giulio non ha
colpe, in fondo pensava di fare l'amore con me. Strano che non ne abbia fatto
alcun cenno nei nostri messaggi quotidiani, forse per non mettermi in
imbarazzo. Non posso urlare a Cinzia tutta la mia rabbia, ho bisogno di lei per
continuare questa messa in scena.
Marco è un vero figlio di puttana. Ho scoperto che è andato a
letto con la mia Cleo. Fa finta di nulla lo stronzo, ma ha colto al volo
l'occasione senza farsi alcuno scrupolo. Non è colpa di Cleo, in fondo pensava
di fare l'amore con me. Quando finirà questa storia dovrà cercarsi un altro
lavoro, per ora, però, ho bisogno del suo aiuto per continuare la messa in
scena.
Questa domenica è accaduto qualcosa di strano: alle dieci sento suonare
alla porta, vado ad aprire e mi trovo davanti un tipo inguardabile, un
cinquantenne basso e pingue, con un volto da caprone che chiede di me. Gli
chiedo le generalità e mi dice di chiamarsi Marco, di essere amico e
collaboratore di Giulio. Mi spaccio per Cinzia, la mia cameriera, la padrona,
gli dico, è uscita, non tornerà prima di sera. Ci siamo intrattenuti qualche
ora a parlare: è un vero gentiluomo colto e raffinato, oltre che spiritoso. Non
è un Adone, ma nemmeno io sono un esempio di bellezza, col mio metro e
cinquanta, i venti chili di sovrappeso, il naso aquilino e gli occhi strabici.
Mi è stato subito simpatico, peccato che il mio cuore batta all'impazzata per
Giulio. Ho approfittato dell'occasione per portarlo a letto: un uovo oggi è
meglio di una gallina domani o meglio un uomo oggi è meglio di niente. Marco,
così ha detto di chiamarsi ci sapeva fare a letto: è stata una delle migliori
scopate della mia vita. È andato via dopo aver fatto l'amore, come in ogni
avventura che si rispetti.
Ho tradito Cleo con la sua cameriera, una certa Cinzia. Mi ero
recato in Egitto per fare una sorpresa al mio amore, ma non l'ho trovata. Ho
conosciuto la sua domestica, una donna tanto brutta quanto divertente. Ci siamo
intesi subito, siamo finiti a letto solo mezz'ora dopo. Ci sapeva fare, quel
demonio: sembrava un'assatanata, una che non vedeva un uomo da chissà
quanto tempo. Meglio un uovo oggi che una gallina domani, mi sono detto e non
mi sono lasciato scappare l'occasione. Sono andato via dopo aver fatto l'amore,
come in ogni avventura che si rispetti. Pentito? No, si è trattato solo di una
scopata, il mio cuore batte all'impazzata solo per Cleo, la sua padrona.
Ho rivisto Marco, invece di tornare in Italia ha deciso di
fermarsi per qualche giorno in Egitto. È tornato stamani chiedendo di Cleo, non
potendo far altro, mi sono spacciata di nuovo per Cinzia. Stavolta abbiamo
saltato i preliminari, dirigendoci subito in camera da letto. È stata una vera
corrida, ma quanto sono fantasiosi questi italiani! Roba da non credere.
Esausti, al tramonto ci siamo congedati. Chissà cosa starà facendo a quest'ora
il mio povero Giulio, mentre mi sollazzo con Marco, il suo miglior amico? Pentita?
No, in fondo si tratta solo di sesso, nessun coinvolgimento sentimentale, solo
quattro o cinque scopate per trascorrere piacevolmente la giornata.
Sono tornato da Cinzia, spacciandomi per Marco. Ho chiesto di
Cleo, ma era lei che speravo d'incontrare. Colti da un vero raptus erotico ci
siamo subito recati in camera da letto. Che passione, che ardore hanno queste
donne egiziane, roba da non credere! Chissà dove è finita Cleo, la immagino
dietro un microscopio, intenta a ricercare un nuovo virus o chissà quale altra
diavoleria. È solo sesso, mi ripeto in continuazione, cosa mai può centrarci
l'amore quello con la A
maiuscola? Credo che rivedrò ancora Cinzia, sino a quando non avrò il coraggio
di rivelare a Cleo, la mia vera identità.
Ho ricevuto una mail di Marco: il suo amico Giulio, non c’è più.
E’ stato ucciso nel corso di una rapina: degli extracomunitari lo hanno
accoltellato per rubargli il Rolex d’oro che portava al polso. Ventitrè colpi
ne hanno segnato la fine dell’avventura terrena. I funerali si sono svolti tre
giorni fa, il diciotto marzo 2013.
Mi ha scritto Cinzia: la mia amata Cleo è stata trovata morta,
durante una gita fuori porta è stata morsa da un aspide. I soccorsi non sono
arrivati in tempo. Le esequie sono già avvenute, non ha senso, mi scrive, che
ti precipiti in Egitto.
C’è qualcosa che non quadra in questa storia, ho sfogliato i siti
on line italiani per avere qualche informazione in più. Un uomo è stato
effettivamente ucciso a Roma il 15 marzo durante un tentativo di rapina, ma non
si chiama Giulio. Si tratta di un certo Marco Tagliaferri: che sia quel Marco
che ho avuto il piacere di conoscere intimamente qualche tempo fa? Sono andata
sul suo profilo Facebook, ma le foto che lo ritraevano erano quelle di Giulio.
C’è un’unica spiegazione: Giulio è vivo, per conoscermi si è spacciato per
Marco. Ha fatto quello che ho fatto io: mi ha spedito le foto del suo amico,
spacciandole come proprie e lo ha mandato al nostro incontro.
Non riesco a capire: nei giornali on line egiziani c’è traccia
dell’avvenimento raccontatemi da Cinzia, ma la persona che è stata morsa dall’aspide
non è Cleo, ma proprio Cinzia. L’ho cercata Cinzia su Facebook ed ho capito: le
sue foto erano quelle bellissime che mi aveva spedito Cleo. Abbiamo avuto la
stessa idea, quella di spedire qualcun altro al nostro appuntamento. Ho fatto
l’amore con Cleo, non con la sua cameriera: ne ho la certezza. Probabilmente
sappiamo entrambi come sono andate le cose, ci siamo ingannati a vicenda, per
paura di non essere accettati per ciò che siamo. Ho deciso di perdonare Cleo,
se lei farà lo stesso con me. Il destino, in fondo, ci sta indicando proprio
questa direzione.
Ho accettato la proposta di Giulio: è da un anno che lavoro per la
sua società, l’ho sposato, siamo felici. Cinzia e Marco da lassù fanno il tifo
per noi, forse da qualche parte si sono rincontrati. Il fato ha punito il loro
tradimento, ma dovevamo aspettarcelo che anche tra loro sbocciasse un
sentimento.
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