domenica 19 maggio 2013

Anna e i suoi amanti (n.v.)



Anna Bolena fu moglie di Enrico VIII tra il 1533 e il 1536 e regina D'Inghilterra; fu causa dello scisma che portò alla rottura con la Chiesa di Roma e alla nascita della confessione Anglicana. Le fonti storiche non sono concordi sulla data di nascita; di sicuro venne al mondo tra il 1501 e il 1507; convengono, invece, su giorno, mese e anno della morte avvenuta per decapitazione il 19 maggio 1536.

“Almeno così sembrava sino a qualche tempo fa”! esclamò  Giovanni Rana, il conduttore televisivo della nuova trasmissione “ Quattro passi nella storia” in onda ogni giovedì su “ Videofront”; poi fece una pausa, guardò fisso per qualche istante la telecamera che lo inquadrava e continuò il racconto con un tono di voce più sostenuto. “Sino alla pubblicazione di una nuova biografia su Anna Bolena in cui s’ipotizzano scenari di tutt'altro tipo”. “Abbiamo invitato, continuò, l'autore del libro <<Mistero alla corte di Enrico VIII: la vera storia di Anna>> per esporci le sue teorie.

Il regista diede ai cameraman l'ordine d'inquadrare lo scrittore Alan Smith, mentre entrava a passi lenti nello studio e raggiungeva il conduttore tra gli applausi dei figuranti pagati per spellarsi le mani a comando.

Statura media, capelli grigi, un cinquantenne in piena forma: così apparve a tutti lo studioso di storia inglese. Il suo racconto era tradotto in simultanea per i telespettatori da una calda voce femminile.

Alan prese a raccontare fatti già noti: la tresca di Anna col Re prima del matrimonio, l'incoronazione avvenuta tra le risa di scherno del popolo che parteggiava per Caterina, la Regina detronizzata, la nascita della figlia Elisabetta, futura regnante, gli intrighi di corte che ne determinarono la caduta in disgrazia, il processo e la condanna.

“Un manoscritto scoperto in un castello abbandonato e risalente agli anni successivi alla morte di Anna, però disse Alan, mi fa dubitare della verità della ricostruzione storica ufficiale. Nel manoscritto ritrovato si racconta che non fu la Bolena a essere decapitata, ma una sua cameriera. Anna, secondo questa fonte, fu tradotta a Roma in catene e imprigionata nelle carceri vaticane su ordine di Paolo III.

Ho avviato una serie di ricerche tra gli archivi del Vaticano e ho trovato numerosi riscontri a questa tesi. Non solo: queste fonti raccontano della scarcerazione della Bolena e dell’influenza esercitata in quegli anni sulla gerarchia vaticana. Fu amante di numerosi cardinali e una delle ispiratrici del Concilio di Trento. Morì assassinata da mani ignote in un quartiere malfamato di Roma, dove si era recata per appagare certi appetiti sessuali di tipo saffico.

Il pubblico in studio rimase attonito: l’applauso, richiesto a comando dal display in studio, fu di routine.

Lo squillo del telefono fu chiaramente avvertito da tutti: prima di rispondere il conduttore invogliò i telespettatori a chiamare il numero in sovrimpressione, per parlare in trasmissione.

-       Sono Enrico VIII e vorrei intervenire per ricostruire in modo corretto i fatti. E’ mia impressione che il vostro studioso si sia fatto trasportare troppo in là dalla fantasia.
-       Ci spieghi come sono andati i fatti.- disse il conduttore, mentre mister Alan Smith, prendeva freneticamente appunti sul suo tablet.
-       Non ho allacciato alcuna trattativa con la Santa Sede, né graziato Anna Bolena. Mia moglie ha avuto un regolare processo, dove è stata riconosciuta colpevole di adulterio e incesto. Le prove a suo carico erano schiaccianti, come confermano le confessione dei suoi amanti. La sentenza del tribunale è stata eseguita senza indugio e senza trucchi, non solo mia moglie, ma anche i suoni partner sono stati giustiziati. In realtà nel processo non sono state presentate tutte le prove a carico: il numero degli amanti di Anna era ben più alto di quello mostrato nel dibattimento. Condannare tutti i suoi partner sessuali, però, avrebbe decapitato gran parte della nobiltà di corte di quel tempo.

Enrico VIII aveva appena chiuso la comunicazione che il telefono in studio prese a squillare nuovamente. All’altro capo della cornetta, una donna dichiarò di essere Anna Bolena in persona, tra lo stupore generale. Il conduttore gli diede modo di raccontare la sua ricostruzione dei fatti.

-       Tutto falso, nella versione dei fatti di Enrico VIII non c’è un briciolo di verità. Non mi sono mai sognata di tradirlo: se c’è qualcuno che è stato vittima di una macchinazione, sono proprio io. La realtà è che si era stancato di me, esattamente come era successo con Caterina. Voleva che gli dessi un figlio maschio e dopo la prima delusione ha deciso che era giunto il momento di divorziare. Le accuse nei miei confronti sono inventate di sana pianta, le presunte confessioni dei miei amanti sono state estorte o ricompensate con tanto denaro. Sono morta innocente: decapitata! Non sono stata oggetto di trattative con lo Stato Vaticano, né prigioniera a Roma o amante segreta di Cardinali. Chi ha raccontato che sono morta assassinata in un quartiere malfamato di Roma, mentre ero dedita a piaceri saffici, è un bugiardo!

Il presentatore approfittò di una pausa dell’interlocutrice per lanciare i consigli per gli acquisti.

Al rientro in studio Alan Smith provò a fare il punto della situazione.
-       Siamo alla ricerca della verità: la mia ipotesi è avvalorata              dal ritrovo di nuovi documenti, ma smentita dalle ricostruzioni dei protagonisti. Qualcuno mente, dobbiamo capire chi e perché.

Il telefono in studio riprese a squillare: la ricostruzione dei fatti, poteva avvalersi di un nuovo protagonista, Papa Paolo IIII.
Il conduttore gli lasciò volentieri la parola.

-       Non capisco, disse il sommo Pontefice, perché tutti mentano. La trattativa per la traduzione a Roma della Bolena c’è stata e si è conclusa positivamente. Ricordo di aver visitato quella signora in prigione e di averla poi rivista molte volte in compagnia di alti prelati. Non ricordo le circostanze della sua morte: posso confermare, però, che ha vissuto nella città Eterna per molti anni.

Alan Smith accolse quelle parole con un sorriso compiaciuto: era la prima autorevole conferma della sua tesi. Anche il boia volle dire la sua: prima però di dargli la parola, il conduttore fu costretto a lanciare i consigli per gli acquisti.

-       Ma quale decapitazione: quel giorno il diciannove maggio 1936 non fu decapitato nessuno, certo non Anna Bolena e nemmeno la sua cameriera. E’ stata tutta una messa in scena, un trucco da illusionisti. Anna Bolena, a quel che mi risulta non è mai stata decapitata.

Un nuovo punto a favore della teoria di Alan Smith: inquadrato dalle telecamere rivolse al pubblico il suo sorriso più smagliante. Altre conferme alle sue tesi arrivarono dagli amanti della Regina: nemmeno loro erano finiti tra le grinfie del boia. Scarcerati di nascosto erano morti nel loro letto a molti anni di distanza dei fatti, sotto mentite spoglie.

Le testimonianze cessarono di colpo: il conduttore ne approfittò per presentare il corpo di ballo della trasmissione: “Le nudità danzanti”. Avrebbe deliziato il pubblico presente in studio e i telespettatori a casa con un’esibizione dal titolo “ Se non ci applaudite non ci rinnovano il contratto” sulle note di “Money” dei Pink Floyd, e con le coreografie di Sofia Vassilieva.



Le telecamere al rientro in studio inquadrarono una stanza rischiarata dalla luce delle candele: al centro troneggiava un letto a baldacchino. Un uomo e una donna stavano conversando; il pubblico riconobbe subito le voci che avevano interpretato pochi minuti prima Enrico VIII e Anna Bolena. Gli attori erano in là con gli anni, i telespettatori poterono notare subito i capelli bianchi, i volti solcati da rughe profonde. Il silenzio fu rotto dalla voce del re d’Inghilterra.

-       Li abbiamo fregati tutti, che pensata geniale è stata quella di condannarti a morte. Come marito e moglie non saremmo durati molto, la concorrenza a corte, è spietata. Non fai in tempo a castigare una che subito un’altra ti offre le sue grazie, col pieno consenso del marito. Spesso, anzi, è proprio del coniuge l’idea di spedirla nella mia alcova: se l’amante ti chiede un titolo, un appezzamento di terreno, come fai a dire di no? Così almeno ci siamo divertirti a farci beffe di tutti e di tutto.
-       Ti ricordi, continuò la Bolena, quando ci facemmo sorprendere apposta da Anna di Cleves? Indossavo una tunica bianca che mi ricopriva dalla testa ai piedi, solo gli occhi erano visibili, attraverso due fori. Sembravo un vero fantasma. Quando la tua moglie di allora entrò nella stanza e ci sorprese, rimanesti impassibile, dichiarando di essere solo nella stanza. Fu allora che mi tolsi di colpo la tunica: tua moglie appena mi vide se la diede a gambe, scambiandomi per un fantasma in carne ed ossa. Il trucco riuscì a tal punto che lo replicammo tante volte: ogni ospite del tuo letto, era costretta a subirlo.
-       Che risate! E quante volte ci siamo presentati insieme ai pranzi di corte! Tutti zitti, nessuno voleva passare per un pazzo visionario: molti paralizzati dalla paura cercavano una scusa qualsiasi, per svignarsela.
-       E quando venne il messo del Papa per chiederti la mia estradizione in un carcere di Roma? Ti facesti pagare una cifra per mandare al mio posto una delle dame di corte che aveva solo il torto di assomigliarmi un po’. Credo non si sia mai pentita di avere accettato lo scambio di persona: a quanto ne so a Roma si è divertita parecchio, tra cardinali, suore, amanti ed amazzoni di ogni ordine e grado, dopo il primo periodo trascorso dietro le sbarre.
-       E il boia, ti ricordi la sua fine? chiese Enrico ad Anna. Era l’unico a sapere che non eri stata decapitata, non potevamo permetterci che lo riferisse ad altri. Qualche giorno dopo, mentre affilava la sua ascia, un incidente sul lavoro gli mozzò la lingua e le mani. Una vera e maledetta sfiga!
-       I miei finti amanti, quelli che al processo avevano detto il falso pur di farmi condannare? Li hai graziati, gli hai concesso di morire di vecchiaia sotto mentite spoglie. Hanno dovuto lasciare in garanzia una parte del corpo, ti ricordi quale? E’ vero che alcuni di loro sono entrati a far parte del coro delle voci bianche di Canterbury?
-       E’ vero, la conferma mi è arrivata da fonti sicure, due capitani del mio esercito che hanno potuto appurare di persona la situazione. Non so se mi sono spiegato.
-       Perfettamente, amore mio, ribatté Anna in uno slancio di passione, prima di soffocarlo di baci.
-       Non ti stanchi mai, come fantasma sei troppo su di giri, per i miei gusti, ormai. Forse è il caso di farti decapitare di nuovo.
-       Perché non usi la spada o il pugnale? Sei il re, sei la legge. Che bisogno hai di ricorrere al boia? Nemmeno una sentenza di un tribunale, può ordinare l’uccisione di un fantasma. Quindi, se non mi sopporti più, devi sporcarti le mani in prima persona.
-       Niente sangue, poi dove la trovo una che mi fa morire dalle risate come te? Le altre donne saranno pure più brave a letto, ma fuori sono una vera e propria lagna.
-       Più brave di me?
-       Non ti offendere, ormai sei un po’ stagionata. Vuoi paragonarti alle ragazze che fanno la fila per infilarsi nel mio letto?
-       Da quale pulpito viene la predica! Ti sei guardato allo specchio? Hai visto i capelli bianchi, la pelle cadente, l’affare che non ti si rizza? Se qualcuna s’infila nel tuo letto è solo perché vuole qualcosa in cambio.
-       Basta litigare. Abbiamo qualche altro scherzo da organizzare, magari potremmo mettere un po’ di paura addosso alle ragazzine in cerca di un attimo di notorietà e di gloria.
-       Sarà fatto.

Il regista ordinò di accendere le luci in studio e d’inquadrare Alan Smith. Lo studioso inglese guardò nella telecamera: - Questo a mio parere è stato lo svolgimento dei fatti”. Lo abbiamo fatto sceneggiare alla compagnia teatrale “ Pescatori di frodo in abito da sera”, cui va la nostra riconoscenza per la splendida interpretazione oltre al vostro applauso più caloroso-. Il programma, alla sua prima puntata, incontrò il favore di pubblico e critica, i giornali l’indomani festeggiarono con complimenti ed esclamativi la nascita di un nuovo genere televisivo: il melodramma storico. 



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