Anna Bolena fu moglie di Enrico VIII tra il
1533 e il 1536 e regina D'Inghilterra; fu causa dello scisma che portò alla
rottura con la Chiesa
di Roma e alla nascita della confessione Anglicana. Le fonti storiche non sono
concordi sulla data di nascita; di sicuro venne al mondo tra il 1501 e il 1507;
convengono, invece, su giorno, mese e anno della morte avvenuta per
decapitazione il 19 maggio 1536.
“Almeno così sembrava sino a qualche tempo fa”!
esclamò Giovanni Rana, il conduttore televisivo della nuova trasmissione “
Quattro passi nella storia” in onda ogni giovedì su “ Videofront”; poi fece una
pausa, guardò fisso per qualche istante la telecamera che lo inquadrava e
continuò il racconto con un tono di voce più sostenuto. “Sino alla
pubblicazione di una nuova biografia su Anna Bolena in cui s’ipotizzano scenari
di tutt'altro tipo”. “Abbiamo invitato, continuò, l'autore del libro <<Mistero
alla corte di Enrico VIII: la vera storia di Anna>> per esporci le sue
teorie.
Il regista diede ai cameraman l'ordine
d'inquadrare lo scrittore Alan Smith, mentre entrava a passi lenti nello studio
e raggiungeva il conduttore tra gli applausi dei figuranti pagati per spellarsi
le mani a comando.
Statura media, capelli grigi, un cinquantenne
in piena forma: così apparve a tutti lo studioso di storia inglese. Il suo
racconto era tradotto in simultanea per i telespettatori da una calda voce
femminile.
Alan prese a raccontare fatti già noti: la
tresca di Anna col Re prima del matrimonio, l'incoronazione avvenuta tra le
risa di scherno del popolo che parteggiava per Caterina, la Regina detronizzata, la
nascita della figlia Elisabetta, futura regnante, gli intrighi di corte che ne
determinarono la caduta in disgrazia, il processo e la condanna.
“Un manoscritto scoperto in un castello
abbandonato e risalente agli anni successivi alla morte di Anna, però disse
Alan, mi fa dubitare della verità della ricostruzione storica ufficiale. Nel
manoscritto ritrovato si racconta che non fu la Bolena a essere decapitata,
ma una sua cameriera. Anna, secondo questa fonte, fu tradotta a Roma in catene
e imprigionata nelle carceri vaticane su ordine di Paolo III.
Ho avviato una serie di ricerche tra gli
archivi del Vaticano e ho trovato numerosi riscontri a questa tesi. Non solo:
queste fonti raccontano della scarcerazione della Bolena e dell’influenza esercitata
in quegli anni sulla gerarchia vaticana. Fu amante di numerosi cardinali e una
delle ispiratrici del Concilio di Trento. Morì assassinata da mani ignote in un
quartiere malfamato di Roma, dove si era recata per appagare certi appetiti
sessuali di tipo saffico.
Il pubblico in studio rimase attonito:
l’applauso, richiesto a comando dal display in studio, fu di routine.
Lo squillo del telefono fu chiaramente
avvertito da tutti: prima di rispondere il conduttore invogliò i telespettatori
a chiamare il numero in sovrimpressione, per parlare in trasmissione.
- Sono Enrico VIII e vorrei intervenire per
ricostruire in modo corretto i fatti. E’ mia impressione che il vostro studioso
si sia fatto trasportare troppo in là dalla fantasia.
- Ci spieghi come sono andati i fatti.- disse
il conduttore, mentre mister Alan Smith, prendeva freneticamente appunti sul
suo tablet.
- Non ho allacciato alcuna trattativa con la
Santa Sede , né graziato Anna Bolena. Mia
moglie ha avuto un regolare processo, dove è stata riconosciuta colpevole di
adulterio e incesto. Le prove a suo carico erano schiaccianti, come confermano
le confessione dei suoi amanti. La sentenza del tribunale è stata eseguita
senza indugio e senza trucchi, non solo mia moglie, ma anche i suoni partner
sono stati giustiziati. In realtà nel processo non sono state presentate tutte
le prove a carico: il numero degli amanti di Anna era ben più alto di quello
mostrato nel dibattimento. Condannare tutti i suoi partner sessuali, però,
avrebbe decapitato gran parte della nobiltà di corte di quel tempo.
Enrico VIII aveva appena chiuso la
comunicazione che il telefono in studio prese a squillare nuovamente. All’altro
capo della cornetta, una donna dichiarò di essere Anna Bolena in persona, tra
lo stupore generale. Il conduttore gli diede modo di raccontare la sua
ricostruzione dei fatti.
- Tutto falso, nella versione dei fatti di
Enrico VIII non c’è un briciolo di verità. Non mi sono mai sognata di tradirlo:
se c’è qualcuno che è stato vittima di una macchinazione, sono proprio io. La
realtà è che si era stancato di me, esattamente come era successo con
Caterina. Voleva che gli dessi un figlio maschio e dopo la prima delusione ha
deciso che era giunto il momento di divorziare. Le accuse nei miei confronti
sono inventate di sana pianta, le presunte confessioni dei miei amanti sono
state estorte o ricompensate con tanto denaro. Sono morta innocente:
decapitata! Non sono stata oggetto di trattative con lo Stato Vaticano, né
prigioniera a Roma o amante segreta di Cardinali. Chi ha raccontato che sono
morta assassinata in un quartiere malfamato di Roma, mentre ero dedita a
piaceri saffici, è un bugiardo!
Il presentatore approfittò di una pausa
dell’interlocutrice per lanciare i consigli per gli acquisti.
Al rientro in studio Alan Smith provò a fare
il punto della situazione.
- Siamo alla ricerca della verità: la mia
ipotesi è avvalorata dal
ritrovo di nuovi documenti, ma smentita dalle ricostruzioni dei protagonisti.
Qualcuno mente, dobbiamo capire chi e perché.
Il telefono in studio riprese a squillare: la
ricostruzione dei fatti, poteva avvalersi di un nuovo protagonista, Papa Paolo
IIII.
Il conduttore gli lasciò volentieri la
parola.
- Non capisco, disse il sommo Pontefice, perché
tutti mentano. La trattativa per la traduzione a Roma della Bolena c’è stata e
si è conclusa positivamente. Ricordo di aver visitato quella signora in
prigione e di averla poi rivista molte volte in compagnia di alti prelati. Non
ricordo le circostanze della sua morte: posso confermare, però, che ha vissuto
nella città Eterna per molti anni.
Alan Smith accolse quelle parole con un
sorriso compiaciuto: era la prima autorevole conferma della sua tesi. Anche il
boia volle dire la sua: prima però di dargli la parola, il conduttore fu
costretto a lanciare i consigli per gli acquisti.
- Ma quale decapitazione: quel giorno il
diciannove maggio 1936 non fu decapitato nessuno, certo non Anna Bolena e
nemmeno la sua cameriera. E’ stata tutta una messa in scena, un trucco da
illusionisti. Anna Bolena, a quel che mi risulta non è mai stata decapitata.
Un nuovo punto a favore della teoria di Alan
Smith: inquadrato dalle telecamere rivolse al pubblico il suo sorriso più
smagliante. Altre conferme alle sue tesi arrivarono dagli amanti della Regina:
nemmeno loro erano finiti tra le grinfie del boia. Scarcerati di nascosto erano
morti nel loro letto a molti anni di distanza dei fatti, sotto mentite spoglie.
Le testimonianze cessarono di colpo: il
conduttore ne approfittò per presentare il corpo di ballo della trasmissione:
“Le nudità danzanti”. Avrebbe deliziato il pubblico presente in studio e i
telespettatori a casa con un’esibizione dal titolo “ Se non ci applaudite non
ci rinnovano il contratto” sulle note di “Money” dei Pink Floyd, e con le
coreografie di Sofia Vassilieva.
Le telecamere al rientro in studio
inquadrarono una stanza rischiarata dalla luce delle candele: al centro
troneggiava un letto a baldacchino. Un uomo e una donna stavano conversando; il
pubblico riconobbe subito le voci che avevano interpretato pochi minuti prima
Enrico VIII e Anna Bolena. Gli attori erano in là con gli anni, i telespettatori
poterono notare subito i capelli bianchi, i volti solcati da rughe profonde. Il
silenzio fu rotto dalla voce del re d’Inghilterra.
- Li abbiamo fregati tutti, che pensata geniale
è stata quella di condannarti a morte. Come marito e moglie non saremmo durati
molto, la concorrenza a corte, è spietata. Non fai in tempo a castigare una che
subito un’altra ti offre le sue grazie, col pieno consenso del marito. Spesso,
anzi, è proprio del coniuge l’idea di spedirla nella mia alcova: se l’amante ti
chiede un titolo, un appezzamento di terreno, come fai a dire di no? Così
almeno ci siamo divertirti a farci beffe di tutti e di tutto.
- Ti ricordi, continuò la Bolena , quando ci facemmo
sorprendere apposta da Anna di Cleves? Indossavo una tunica bianca che mi
ricopriva dalla testa ai piedi, solo gli occhi erano visibili, attraverso due
fori. Sembravo un vero fantasma. Quando la tua moglie di allora entrò nella
stanza e ci sorprese, rimanesti impassibile, dichiarando di essere solo nella
stanza. Fu allora che mi tolsi di colpo la tunica: tua moglie appena mi vide se
la diede a gambe, scambiandomi per un fantasma in carne ed ossa. Il trucco
riuscì a tal punto che lo replicammo tante volte: ogni ospite del tuo letto,
era costretta a subirlo.
- Che risate! E quante volte ci siamo
presentati insieme ai pranzi di corte! Tutti zitti, nessuno voleva passare per
un pazzo visionario: molti paralizzati dalla paura cercavano una scusa
qualsiasi, per svignarsela.
- E quando venne il messo del Papa per
chiederti la mia estradizione in un carcere di Roma? Ti facesti pagare una
cifra per mandare al mio posto una delle dame di corte che aveva solo il torto
di assomigliarmi un po’. Credo non si sia mai pentita di avere accettato lo
scambio di persona: a quanto ne so a Roma si è divertita parecchio, tra
cardinali, suore, amanti ed amazzoni di ogni ordine e grado, dopo il primo
periodo trascorso dietro le sbarre.
- E il boia, ti ricordi la sua fine? chiese
Enrico ad Anna. Era l’unico a sapere che non eri stata decapitata, non potevamo
permetterci che lo riferisse ad altri. Qualche giorno dopo, mentre affilava la
sua ascia, un incidente sul lavoro gli mozzò la lingua e le mani. Una vera e
maledetta sfiga!
- I miei finti amanti, quelli che al processo
avevano detto il falso pur di farmi condannare? Li hai graziati, gli hai
concesso di morire di vecchiaia sotto mentite spoglie. Hanno dovuto lasciare in
garanzia una parte del corpo, ti ricordi quale? E’ vero che alcuni di loro sono
entrati a far parte del coro delle voci bianche di Canterbury?
- E’ vero, la conferma mi è arrivata da fonti sicure,
due capitani del mio esercito che hanno potuto appurare di persona la
situazione. Non so se mi sono spiegato.
- Perfettamente, amore mio, ribatté Anna in uno
slancio di passione, prima di soffocarlo di baci.
- Non ti stanchi mai, come fantasma sei troppo
su di giri, per i miei gusti, ormai. Forse è il caso di farti decapitare di
nuovo.
- Perché non usi la spada o il pugnale? Sei il
re, sei la legge. Che bisogno hai di ricorrere al boia? Nemmeno una sentenza di
un tribunale, può ordinare l’uccisione di un fantasma. Quindi, se non mi
sopporti più, devi sporcarti le mani in prima persona.
- Niente sangue, poi dove la trovo una che mi
fa morire dalle risate come te? Le altre donne saranno pure più brave a letto,
ma fuori sono una vera e propria lagna.
- Più brave di me?
- Non ti offendere, ormai sei un po’
stagionata. Vuoi paragonarti alle ragazze che fanno la fila per infilarsi nel
mio letto?
- Da quale pulpito viene la predica! Ti sei
guardato allo specchio? Hai visto i capelli bianchi, la pelle cadente, l’affare
che non ti si rizza? Se qualcuna s’infila nel tuo letto è solo perché vuole
qualcosa in cambio.
- Basta litigare. Abbiamo qualche altro scherzo
da organizzare, magari potremmo mettere un po’ di paura addosso alle ragazzine
in cerca di un attimo di notorietà e di gloria.
- Sarà fatto.
Il regista ordinò di
accendere le luci in studio e d’inquadrare Alan Smith. Lo studioso inglese
guardò nella telecamera: - Questo a mio parere è stato lo svolgimento dei
fatti”. Lo abbiamo fatto sceneggiare alla compagnia teatrale “ Pescatori di
frodo in abito da sera”, cui va la nostra riconoscenza per la splendida
interpretazione oltre al vostro applauso più caloroso-. Il programma, alla sua
prima puntata, incontrò il favore di pubblico e critica, i giornali l’indomani
festeggiarono con complimenti ed esclamativi la nascita di un nuovo genere
televisivo: il melodramma storico.
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