mercoledì 23 gennaio 2013

I nuovi mestieri: il commentatore

Mi presento: sono un commentatore.  Non è un refuso, di mestiere faccio proprio il commentatore. Non il recensore di un romanzo, di un opera teatrale, di un disco, ma semplicemente incenso o stronco a richiesta una poesia, un racconto, qualunque cosa pubblicata in un sito per aspiranti autori. Che ci guadagno, come campo? Siete proprio degli ingenui, non sapete nulla di come va il mondo nell'era del web 2.0. Vi spiego come funziona: m'iscrivo a un sito web e pubblico un testo. Pensate che sono anch'io un autore in cerca di gloria? Nulla di tutto questo: ciò che pubblico non è farina del mio sacco. Qualche tempo fa ho comprato all'ingrosso da un autore che aveva intenzione di appendere la penna al chiodo, un po' di materiale, un tanto al chilo, senza andare troppo per il sottile. Poesie, commedie, racconti osceni, storie di vampiri e troie arrapate; insomma il genere che va di moda. Dunque m'iscrivo e pubblico qualcosa: ci sono siti in cui per commentare, basta l'iscrizione, altri in cui bisogna raggiungere un certo numero di pubblicazioni. Monitoro la situazione per qualche giorno; leggo tutto, verifico il numero di letture e commenti raggiunti da ogni autore. Scelgo i più scarsi, quelli che hanno bisogno di un incoraggiamento, che scrivono come cinesi al momento dell'arrivo nel nostro paese: in caratteri ideografici. Scelta la preda la contatto con un messaggio privato e avanzo la mia proposta: mezzo euro per tre commenti e una ventina di letture in più. In realtà in ogni sito ho una decina di nickname fantasiosi, anche quelli acquistati all'ingrosso e a rate dagli eredi di un commentatore defunto: potrei vendere più commenti ed assicurare un maggior numero di letture, ma se poi l'autore, una volta raggiunto la testa della classifica, pensa che sia tutto merito suo e mi licenzia, che faccio? Meglio lasciarlo a bagnomaria, nella terra di mezzo della gloria letteraria. Il lavoro non mi manca, anzi a dire il vero ne ho sin sopra i capelli: quello che mi distrugge è l'ansia di certi autori! Pretendono il commento in tempo reale e non badano a spese: per i commenti postati oltre la mezzanotte ho dovuto alzare  la tariffa  del 50% per scoraggiarli, ma senza grandi risultati. Se la redazione di un sito pubblica un mio cliente di notte, mi tocca alzarmi e intervenire d'urgenza! Come faccio a saperlo? Semplice è l'autore in persona ad informarmi con tre squilli al cellulare. Ci sono notti in cui per dormire un po' in pace sono costretto a spegnerlo e ad inventare, il giorno dopo, ogni genere di scuse, per essere pagato. Mi fanno imbestialire quelli che hanno la vena creativa dopo essere tornati dalla discoteca o che per avere uno straccio d'idea hanno bisogno di un rapporto sadomaso: dico io, visto la qualità dei loro lavori cosa cambia, se pubblicano alle dieci del mattino? Qualcuno deve avere sparso la voce, perché a volte mi contattano anche degli autori di valore per avere un piccolo aiutino, per qualche lettura e commento in più della concorrenza. Chiedono uno sconto e in genere li accontento, anche se a volte per commentarli sono costretto a consultare il dizionario, in cerca di termini più raffinati e incomprensibili. Non sopporto i dilettanti: guadagnerei molto di più senza tutti quei commenti interessati, quegli scambi di "amorosi sensi" tra autori. Io ti commento se lo fai anche tu: che bisogno c'è? Basto io per tutti, in cambio di un compenso da...caffè ristretto! La pacchia però è finita: siamo sempre di più a fare questo lavoro e le tariffe sono in calo. Ci sono extracomunitari che per venti centesimi assicurano cinque commenti e una cinquantina di letture. Alcuni propongono tariffe dimezzate, da dieci centesimi per commenti in lingua originale: se vi capita, in un sito letterario di vedere una poesia napoletana commentata in bulgaro, già sapete che è un commento comprato. Sta diventando una moda: certi autori pretendono commenti in tre lingue diverse, per dimostrare la loro internazionalità. Tra breve mi toccherà appaltare il lavoro agli extracomunitari per accontentarli. Vi racconto la mia ultima trovata, per incrementare gli affari. Scelgo nickname di autori famosi, ad esempio Montale, Neruda, la Dickinson, Dylan Tomas e commento le poesie dei miei clienti con i loro versi. Fa sempre un certo effetto leggere il proprio nome accostato a dei veri maestri! Scelgo i versi a caso: tanto ormai si è sparsa la voce e leggono solo i commenti. L'autore non lo degnano di uno sguardo. Ecco come mi difendo dalla crisi e amplio la mia clientela. In realtà mi piacerebbe avere anche qualche piccolo attestato. L'altro ieri ho spedito una mail a tutti i siti di scrittura dove commento: ho presentato il mio lavoro e chiesto l'indizione di un concorso per commentatori. Forse è troppo, ma magari una giuria può scegliere il commentatore del giorno, della settimana o del mese. Anch'io, come gli autori miei clienti, ho diritto ogni tanto a una vetrina: una foto in prima pagina è un'emozione che non mi dispiacerebbe provare. Il lavoro rende: devo, però, anche pensare al futuro. Non posso fare il commentatore a vita, devo trovare qualcosa che mi assicuri una vecchiaia serena, una pensione dignitosa. Sono andato alla C.G.I.L. per raccontare del mio lavoro: ho fatto la figura dell'extraterrestre, non pensavano che ci fosse qualcuno al mondo che campa così. Hanno preso la cosa sul serio e svolto un'indagine segreta: in tutto il paese, ci sono solo un centinaio di persone che fanno questo lavoro. Troppo poche per aprire una vertenza nazionale per la tutela dei lavoratori del commento! Non ho altra scelta per ora, almeno sin quando non mi viene in mente qualche idea migliore, mi spettano altre notte insonni al servizio di autori ispirati da rospi, rane, principesse, politici e commendatori. Con la "D", almeno per questa volta!

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