martedì 12 febbraio 2013

Il Papa della Biscia rubiconda



L'ultima mia visione è la più confusa, le immagini che ho in mente sono sfuggenti, difficili da mettere a fuoco. Il Santo Pontefice e l'Urbe prima che fosse messa a ferro e fuoco e distrutta da un'orda nemica, sono ben scolpiti nella mia memoria. Non mi è chiaro, invece, perché nel mio sogno premonitore ho visto le strade dell'operosa città di Mediolanum. Nelle centoundici visioni precedenti non ho mai avuto dubbi, le ho interpretate e fedelmente trascritte nel mio libro di Profezie di prossima pubblicazione. Sono Malachia vescovo e profeta del XII secolo dopo Cristo e stavolta non so che pesci pigliare. Ho una sola certezza che la centododicesima profezia è l'ultima: nessun altro Papa siederà sul trono di Pietro. Torniamo alla mia ultima visione, quella dell'ultimo pastore della Cristianità. Ho udito le sue preghiere, i fedeli che ne invocavano il nome, l'ho visto con in mano una biscia, accompagnato da donne da lapidare sulla pubblica piazza, impartire benedizioni col viso rubicondo. Il suo nome era quello di un bosco, ma aveva scelto Pietro per sedere sul trono papale: Pietro II Romano. Ora la visione si fa più chiara: vedo una Bolla, scritta di suo pugno, ordina il trasferimento del Papato a Mediolanum. Il popolo dell'Urbe è in rivolta, n’assedia la dimora, lo costringe a capitolare. È solo un trucco però: i popoli Longobardi sono già in marcia sull'Urbe, arrivano ad assediarla sotto la guida d’Umberto il Vandalo. Roma è tutta un incendio, i Longobardi banchettano al Colosseo, saccheggiano le case della nobiltà e ne stuprano le mogli. Pietro II lascia l'Urbe tra ali di folla in silenzio, il clero lo segue senza fiatare: è la fine di una civiltà millenaria? Pietro II è l'ultimo Papa Romano eletto in un conclave: con una nuova Bolla papale dopo aver abolito l'obbligo di castità per gli ecclesiastici, imporrà la successione per via dinastica. La casata della Biscia rubiconda è destinata a governare per secoli la nuova chiesa. La corruzione regnerà sul soglio di Pietro, le funzioni ecclesiastiche si concluderanno con la danza dei sette veli, Mediolanum sarà la nuova Gomorra, la vergogna della Cristianità. Servirà un nuovo diluvio, per riappacificare l'uomo con Dio, un Noè per salvare ciò che merita di essere preservato del genere umano. Possibile che non ci sia un modo per evitare la catastrofe, che nessuno sappia opporsi a questo avventuriero? Chiedo a Dio che m'illumini, che mi mostri con più chiarezza la verità. 




Ora posso vederlo in volto, sentire la sua voce: piccolo di statura, quasi pelato, si esprime in un latino stentato, quasi maccheronico. Come avrà fatto mi chiedo ad assurgere al soglio Pontificio? Vedo con chiarezza i suoi maneggi: è stata l'ingente, ma misteriosa fortuna a proiettarlo tanto in alto. Nella sua lussuosa residenza c'è una lunga corte di religiose: le ha scelte con cura nei conventi del Lazio, tra le più prosperose. Dietro quei veli si nascondono corpi lascivi, sensi votati al peccato e non alla preghiera di Dio. C'è la fila di Cardinali nel suo ufficio: escono tutti col sorriso sul volto. Li vedo che si sganasciano al racconto delle sue barzellette sconce, che arraffano lesti, le monete d'oro con cui ne paga l'amicizia e i servigi. La strada verso il Pontificato è spianata: anche l'ultimo manipolo di oppositori si è arreso dopo che i suoi sgherri ne hanno carpito i segreti. Una serie infinita di trame e ricatti lo ha assiso sul soglio papale. Il suo sorriso era gradito alla folla: ne ho sentito l'ovazione interminabile all'annuncio della sua elezione. Nessuno si è opposto: all'interno della Chiesa tutti hanno piegato il capo, al suo volere. Che si compia la Profezia allora, che l'umanità riparta nuovamente da zero, dopo aver espiato le proprie colpe! 




Pietro Romano non è l'ultimo Papa, ma il primo Anticristo asceso al soglio dell'Urbe. 


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