giovedì 28 febbraio 2013

Un giorno da raccomandati



Una tappa obbligata per chi aspira ad un lavoro sicuro, al posto fisso che può consentirti di guardare con fiducia al futuro: la ricerca della raccomandazione, per entrare a far parte della grande comunità degli impiegati pubblici a reddito fisso. Mi ero data parecchio da fare negli ultimi mesi: avevo scomodato parenti d’ogni ordine e grado per trovare qualcuno che avesse l’aggancio giusto, che potesse presentarmi ad un politico influente, di quelli che possono cambiarti la vita, se giochi bene le tue carte. Di carte da giocare ne ho parecchie: un fisico da modella, una simpatia travolgente, quel pizzico di spregiudicatezza che non guasta, l’astuzia delle donne che sanno farsi desiderare, senza concedersi.

Le elezioni, però, sono arrivate come un fulmine a ciel sereno a guastare i miei piani, cambiando il volto del paese: da quando il “Movimento cinquestelle” è diventato il primo partito non si trova più un politico disposto a fare una raccomandazione nemmeno a pagarlo a peso d’oro. La nuova frontiera dei raccomandati è il web: nel sito personale d’ogni deputato o senatore c’è un’apposita sezione pubblica dedicata alle raccomandazioni. Vi può accedere chiunque: in genere è meglio postare un video che comprenda la lettura del curriculum e le richieste. Per farsi notare, però, è necessario aguzzare l’ingegno, girare qualcosa d’originale, magari di paradossale. L’ironia, a differenza della furbizia, è una merce molto apprezzata nella terza repubblica.

A scegliere chi deve essere raccomandato non è il deputato tizio o il senatore Caio, ma la platea dei navigatori che decide con un “mi piace” la sorte dei video postati: è la democrazia del ventunesimo secolo, bisogna adeguarsi. Non conviene fare i furbi, non serve a nulla, ad esempio, inserire il proprio video nel sito di tutti i novecento e oltre deputati e senatori. Chi lo ha visto da altre parti, non ha più alcun interesse a guardarlo o a votarlo. Per i furbi, sembra che non ci sia più posto, in questo paese.

Lo stile “Carosello” è quello che va più di moda: un duetto comico, in genere è molto apprezzato, non sono tollerate, invece, volgarità: pubblicità sì, ma con stile e umorismo.
Chi copia è fuori, meglio un video brutto ma originale, che un prodotto ben confezionato, ma di serie: il web non perdona la mancanza d’idee.

Non mi sono ancora presentata: mi chiamo Katia e sono laureata in archeologia col massimo dei voti e lode, in cerca d’occupazione. Ho una passione per il teatro, nel tempo libero recito con una compagnia d’attori dilettanti: il mio repertorio preferito è quello comico, amo Eduardo, la commedia napoletana e quella di Dario Fo. Sono fidanzata con Enrico, la nostra unione dura ormai da anni, è quasi un legame stabile.

Una raccomandazione può farmi comodo: sarà pure collettiva ma serve per attirare l’attenzione delle aziende che hanno bisogno di personale, sulle mie capacità e sui miei bisogni. Ho già in mente il video da costruire: utilizzerò qualche membro della compagnia teatrale per darmi una mano nella recitazione e nella realizzazione del lavoro.

Una notte nebbiosa, un sito archeologico etrusco: è questa l’ambientazione della prima scena del video. Calzamaglia nera e passamontagna: l’abbigliamento, abbinato ai capelli biondi, mi fa assomigliare ad Eva Kant in azione. Il mio Diabolik mi segue come un’ombra, mi aiuta a scavare nel terreno alla ricerca di un’anfora, di materiale archeologico in buono stato, da trafugare. La telecamera inquadra in primo piano un piatto: il frutto prezioso delle nostre ricerche.

La seconda parte del video si svolge a casa: la telecamera inquadra la mia camera, il letto, la libreria, il pavimento, quindi continua con uno zoom sulle gambe, la minigonna inguinale, i seni, il primo piano del volto. Poi mi riprende intenta a studiare il piatto d’origine etrusca, ho gli strumenti che mi consentono di datarlo, di restaurarlo sino a farlo tornare quasi alle condizioni originarie. Sul video scorrono i miei dati: nome, età, studi, hobby, precedenti occupazioni.
Guardo la telecamera e dico “ Non vorrete mica che questo sia l’unica maniera per svolgere il lavoro per cui ho studiato tanto?”

Non mi aspettavo tanto successo: dopo qualche giorno sono prima quanto a gradimento sul sito dell’onorevole Dario Figura del movimento cinque stelle, il più giovane degli eletti a Montecitorio nell’ultima tornata elettorale. Di contatti, invece, nemmeno l’ombra, almeno da parte delle aziende che operano nel settore dell’archeologia: tante mail, invece, da compagnie teatrali, registi in cerca di talenti esordienti. Forse, penso, ho sbagliato indirizzo di studi.

Il bisogno aguzza l’ingegno recita un proverbio: quando il piatto piange, bisogna pur far qualcosa. Il mestiere d’attrice mi piace: vorrà dire che invece di farlo da dilettante, lo svolgerò da professionista.
Decido di rispondere alle mail di maggiore interesse, non ho alcuna difficoltà ad ottenere dei provini, in pochi giorni.
Con mia sorpresa li supero quasi tutti brillantemente: ad un mese dal video postato, ho almeno tre proposte di lavoro interessanti da valutare. Scelgo quella più vicina al mio sentire: la proposta di una compagnia teatrale specializzata nella messa in scena di testi comici.

La raccomandazione e il talento non sono più antitetici, ora che non siamo più il paese dei furbi, l’eldorado dei parassiti della società.

L’archeologia è rimasta la mia passione: quando non sono impegnata in teatro indosso la calzamaglia nera, mi trasformo in Eva Kant, alla ricerca di nuove testimonianze del passato. Dopo aver datato e studiato il materiale trafugato, però, lo restituisco in modo anonimo al sito archeologico visitato. Insomma la tuta è di Eva Kant, ma l’animo, in fondo, è di Robin Hood o se volete, di Arsenio Lupin, stimato professionista del settore.

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