lunedì 22 ottobre 2012

Amiche per la pelle

Ci ritrovammo dopo anni di silenzio, l’inevitabile separazione, era stata determinata dalla distanza: città diverse, esperienze di vita agli antipodi. Eppure un tempo eravamo amiche per la pelle, confidenti, inclini alla leggerezza dell’età, a godere a piene mani della gioia della giovinezza. Galeotto fu Facebook, prima in chat, poi in videochiamata facemmo il punto del nostro percorso: i mariti, i figli, le gioie e le delusioni, le amarezze e i sogni intatti. Non tornammo giovani: ci riscoprimmo, però, meno stanche della vita, più pronte al sorriso, più aperte al nuovo. Decidemmo di rincontrarci, per capire quanto il tempo e l’età, ci avessero cambiato, come potevamo reagire ad un caldo abbraccio, alla stretta di mani amiche, al profumo emanato dalla pelle d’entrambe. Che giorni esaltanti! Rivedere i luoghi della nostra giovinezza, tornare con la memoria alle risate e agli scherzi di un tempo, ritrovare la complicità che frasi, sorrisi e sguardi, sapevano creare. Il distacco, però, fu doloroso: forse senza accorgercene avevano già iniziato la discesa verso l’inferno. Tornammo alle nostre occupazioni; alle videochat, ma con animo più malinconico, con una nuova sensazione d’incompiutezza. Non so perché decidesti di partire all’improvviso, senza dirmi della tua decisione: che sorpresa fu aprire la porta e trovarti, che gioia, rispondere al tuo abbraccio. Mi baciasti: non sulla guancia, come fanno le amiche; io schiusi le labbra e ricambiai, confusa, con cervello in fiamme, con scariche elettriche in tutto il corpo. Non mi fermai a riflettere, non cercai di capire: lasciai fare all’istinto, a ciò che il cuore dettava.  Facemmo il punto della situazione solo dopo che ogni centimetro della nostra pelle era stato infiammato da baci, scosso da brividi, consumato da carezze dolcissime, dopo che al cervello in fiamme erano giunti alla fine, i segnali di chiusura delle ostilità. Non avevamo mai pensato che potesse accadere: era successo tutto troppo in fretta, con estrema naturalezza, per trovare una spiegazione. Era necessario far defluire le emozioni, ritrovare il controllo, riordinare le idee: ci separammo di nuovo; alla ricerca di nuovi e più avanzati equilibri. Nulla era più lo stesso: lavoro, affetti, amicizie, erano scandite da ritmi più blandi, colori meno vivi, sapori indefiniti. Trovammo il modo di riprovare le stesse potenti emozioni della prima volta: poi ci rinfacciammo le scelte mancate, le reciproche paure; provammo dolore per ogni amplesso coniugale non respinto, gelosia per ogni bacio accettato di malavoglia. Ci sentivamo in balia degli eventi, di destini contrari, di venti impetuosi: litigio dopo litigio, finimmo per distaccarci di nuovo, in modo da ritrovare un po’ di pace. L’amore ci ha resi ebbri di gioia e tormentato, ma ci ha restituito alla vita: è ciò che conta, ciò di cui dobbiamo esserle grate per sempre.   

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