giovedì 18 ottobre 2012

Una decisione contestata

Il lancio d'agenzia arrivo' inaspettato: il consiglio dei Ministri era stato convocato d'urgenza per discutere provvedimenti riguardanti la riforma della giustizia civile. Furono allertati i redattori che seguivano le vicende politiche, dato che l'inizio della seduta era imminente. Sali' la tensione anche nei corridoi parlamentari, nel Translatantico deputati di maggioranza e opposizione, si scervellavano per capire quali provvedimenti richiedessero una riunione d'emergenza a ridosso delle festività natalizie. Non manco' la fibrillazione anche nella ambasciate; i servizi d'intelligence erano sguinzagliati come segugi alla ricerca di soffiate dalle segrete stanze di Palazzo Chigi. I ministri arrivarono trafelati: tanti erano stati sorpresi dalla convocazione durante lo shopping, qualcuno aveva i capelli scomposti, il rossetto sul collo, la cintura dei pantaloni slacciata; altri stavano già salendo i gradini dell'aereo che li avrebbe condotti alle Maldive. Il suono della Campanella pose fine al brusio: il presidente del consiglio dichiaro' aperta la seduta e chiese al ministro Guardasigilli  di dare lettura dell'Ordine del giorno e di spiegare per sommi capi la natura dei provvedimenti oggetti di discussione. La relazione del ministro si protrasse per ore: colta e puntigliosa com'era, pero', non riusciva a catturare l'attenzione di molti colleghi. Un po' per l'osticita' della materia, un po' per la voce monotona del ministro, un po' per il suono degli zampognari che giungeva dalla piazza sottostante, fatto sta che furono chiaramente sentiti russare parecchi ministri, altri furono visti sbadigliare, qualcuno chiese d'andare in bagno tre volte, esibendo una certificazione medica che ne attestava i problemi urinari. Il traffico di cellulari e tablet era intensissimo: tra i siti maggiormente visitati, oltre a quelli porno, c'erano quelli di gossip, i diari di facebook  di stagiste ed escort di successo, le bacheche di trans, spacciatori e zelanti prelati vaticani. L'inizio della discussione basto' a scaldare l'atmosfera in sala: si levarono voci di dissenso, si sentirono commenti pesanti, urla, sin dalla strada. Si formarono due schieramenti: quello a favore dei provvedimenti ne lodava l'impatto sulla durata dei processi civili, la drastica riduzione del numero dei contenziosi, i risparmi per i conti dello stato. I contrari, invece, denunciavano l'attentato ai diritti previsti dalla carta costituzionale, l'impatto negativo sull'economia, sull'occupazione e sui conti di molte aziende commerciali ed industriali. Le fughe di notizie fecero salire la tensione anche in sala stampa ed in piazza, dove si era già radunata una folla vociante, che cantava cori da stadio. Non era ancora chiaro di cosa si trattasse: in mancanza di precise informazioni, la folla si divideva tra laziali e romanisti, camerati e compagni, etero e gay, fans di Belen o di Emma, segnalati come i piu' esagitati. La votazione in consiglio dei Ministri si concluse a favore dei sostenitori della proposta avanzata dal Guardasigilli, con un solo voto di scarto. La conferenza stampa tardava a cominciare: voci incontrollate riportavano notizie di scazzottate in corso, di autentici pestaggi degli estensori materiali del testo approvato. L'inizio della conferenza stampa fu accompagnato dall'applauso dei presenti, l'unico della giornata. Dopo un breve saluto del Primo ministro, tocco' al Guardasigilli spiegare i provvedimenti licenziati. L'uditorio fu sorpreso già dal titolo della proposta di Legge: Proposta di abolizione degli Auguri e di tutte le cerimonie con esclusione dei Funerali e delle sfilate delle Forze armate. L'esposizione del ministro fu avvincente, un monologo all'altezza di quelli che hanno consentito a Dario Fo di vincere il Nobel e a Benigni l'Oscar. Il ministro' accompagno' la sua esposizione con grafici, statistiche, informazioni: dal numero di cause pendenti per mariti smemorati, genitori distratti, figli con la testa tra le nuvole, capiufficio malvagi, che avevano dimenticato gli auguri, di compleanno od onomastico. Passo' poi a quantificare le cause pendenti per richieste danni per mancati inviti a matrimoni, lauree, battesimi, cresime, fidanzamenti ufficiali, convivenze non protette dalla Legge. Quindi, passo' alle richieste di risarcimento per  bomboniere sgradite, confetti avariati, confezioni scadute di riso, traumi cranici conseguenti al lancio del bouquet da sposa, fratture alla mandibola degli sposi dopo una giornata trascorsa a baciare i tremila invitati al matrimonio, danni all'udito per gli ascoltatori dell'inno nuziale dichiaratamente contrari al contratto coniugale. A tutte le funzioni religiose e civili potevano presenziare oltre ai cerimonieri, gli interessati, i genitori, i testimoni. Erano vietati gli scambi di auguri attraverso baci, strette di mano, strizzate d'occhio, espressioni di gioia di qualunque natura. Ai trasgressori venivano comminate pene durissime: la detenzione da sei mesi a un anno, multe comprese tra i duemila e i trentamila euro. Arrivo' a tambur battente in sala stampa una nota della Segreteria Vaticana, che denunciando come ostile il disegno di legge, minacciava l'abolizione dei Patti Lateranensi e il rinvio sine die del pagamento dell'Imu e di ogni tassa dovuta allo Stato italiano. Giunsero in diretta i calcoli della CGIA di Mestre, sull'impatto dei provvedimenti sul fatturato degli esercizi commerciali. In una dichiarazione congiunta ristoratori e albergatori invitarono i membri del governo a negoziare davanti a qualche bicchiere di buon vino le modifiche da apportare alla legge. Ciò che affosso' definitivamente i piani del Guardasigilli, fu il messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica, in cui denunciava il depotenziamento del suo ruolo, l'attentato alle prerogative Costituzionali: se non può più fare gli auguri per Capodanno, se non può più tagliare nastri, stringere mani, come può adempiere ai suoi doveri? L'ovazione si levo' dai banchi della maggioranza e dell'opposizione: al ministro della Giustizia non resto' che rassegnare le dimissioni, prima di correre in Chiesa a sposarsi, di finire al pronto soccorso dopo aver baciato tutti i cinquemila invitati, di partire per le Maldive con meta' della compagine governativa che lo seguiva a ruota per scoprire se, anche alla prima notte di nozze, la sua voce monotona avrebbe spedito nel mondo dei sogni il partner, prima dell'amplesso.

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