lunedì 15 ottobre 2012

Un incontro di cartello

La voce del Mister risuono' alta nello spogliatoio per attirare l'attenzione della squadra a mezz'ora dall'inizio dell'incontro clou della terzultima giornata di campionato. “Ho appena finito di parlare col presidente, mi ha detto che ci tocca perdere la partita, che solo con i soldi incassati dalla squadra avversaria, può pagare le nostre spettanze arretrate e quelle del mese in corso”. Il silenzio tombale che segui' a quello annuncio fu piu' eloquente di ogni parola: negli occhi d'ognuno passo' in rapida successione, lo spaesamento, la vergogna, la rabbia, il sollievo. “Qualcuno vuole prendere la parola?” prosegui' il mister: “se ci sono tra voi degli obiettori di coscienza che escano allo scoperto subito, ho ancora il tempo di spedirli in tribuna”. Alzo' la mano solo il terzo portiere: “Tanto finiva ugualmente in tribuna”, fu il commento dei più. Non mancarono giustificazioni alla scelta di scendere a patti con la coscienza: il bomber della squadra rivelo' che se non pagava la rata della Ferrari, gli sarebbe toccato in sorte di andare in giro con la Mercedes fiammante da poco regalata alla velina di turno. “ Come faccio a disdire gli appuntamenti già fissati sino alla fine del campionato con le tante squillo del mio harem a pagamento?” esclamo' l'estremo difensore. “Forse mi tocca persino pagare una penale ai papponi!” L'apice della commozione generale fu raggiunto quando l'allenatore in seconda dimostro', dati alla mano, che senza il pagamento dello stipendio doveva rinunciare alla dose giornaliera di coca. Sollevato nello spirito il Mister chiese alla squadra di perdere con dignità, d'impegnarsi alla morte sino al limite dell'area avversaria; ordino' ai difensori di non cinturare gli avversari, anche ai gay della compagnia fu proibito abbracciare sui corner i rivali. Le spiegazioni tattiche furono fonte di discussioni: il regista della squadra propose, visto che si doveva perdere un cambio di modulo, la sperimentazione del 5-5-5, propugnato da Oronzo Cana'. Lo squillo del cellulare del mister pose fine alle discussioni: i calciatori cominciarono ad indossare le divise del club. “Un attimo d'attenzione” la voce del Mister si udi' alta e squillante. “Ha richiamato il presidente, chiedendomi di perdere la partita con almeno tre goal di scarto”. Col milione di euro puntato sul risultato può vincerne venti: il premio sconfitta per la squadra e' del venti per cento. “Se qualcuno ha qualcosa da dire parli ora o taccia per sempre, intimo' a tutti”. Il terzo portiere si fece avanti”Se volete sono pronto a scendere in campo, se vado a farfalle o faccio un paio di papere, non si stupisce nemmeno mia madre”. “Ci sto anch'io”, confermo' il bomber, calcolando a mente, se la sua quota era sufficiente a comprare la Jaguar ammirata dal concessionario. “Urrah! chiù pilu pi tutti”, la voce dell'estremo difensore titolare era già euforica. Tanta commozione per l'allenatore in seconda, con la sua quota poteva pagarsi la dose di coca per tutto l'anno e prendere in comproprietà col portiere un paio di escort. L'arbitro busso' tre volte alla porta dello spogliatoio: “E' ora d'andare, di cominciare l'incontro; ricordate che la mia quota, concordata col vostro presidente, e' dell'uno per cento”.

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