mercoledì 12 dicembre 2012

Romeo e Juliet fra tragedia e farsa



Sofia Vassilieva e Alan Smith mano nella mano attraversarono lo studio accompagnati dalle note di "Vattene Amore" di Amedeo Minghi e Mietta. La produzione aveva deciso di affidare ad entrambi la conduzione della trasmissione "Quattro passi nella storia", dopo che Alberto Rana era stato designato per la presentazione di "Intimo notte" la trasmissione culturale quotidiana più prestigiosa dell'emittente, in onda dalle due del mattino. Il video che li ritraeva impegnati in un'interminabile respirazione bocca a bocca era ormai un cult della televisione d’ogni tempo; tra loro secondo i giornali rosa usciti in settimana, era scoppiata impetuosa la passione. Sofia iniziò a parlare, nel suo italiano stentato con spiccato accento russo, non appena furono abbassate le luci in studio. Spiegò al pubblico le novità della trasmissione: la nuova conduzione, la scelta di raccontare storie un po' più leggere, meno violente o misteriose. Il pubblico da casa, attraverso il televoto, doveva decidere quale tra due versioni alternative di una storia era la più convincente o la preferita. Le "Nudità danzanti" si esibirono in un'applaudita performance intitolata "E ora a noi chi ci paga, se in cassa non c'è più una lira". Alan Smith guardò Sofia Vassilieva negli occhi e le spedì un bacio con la mano, prima d'introdurre il tema della nuova puntata. Vi narreremo la storia di Romeo e Giulietta, del loro amore tragico, ebbe appena il tempo di dire, prima che Sofia scoppiasse in singhiozzi. Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti erano i giovani rampolli di famiglie che si combattevano e si odiavano, esordì lo studioso inglese. Per questo e per le imminenti nozze di Giulietta con Paride, il loro amore e il matrimonio che ne seguì dovette restare segreto. Il fato avverso li precipitò nel dramma: Romeo, condannato all'esilio per l'omicidio in duello di Tebaldo, fu spedito a Mantova. Il piano architettato da Padre Lorenzo per evitare le nozze tra Giulietta e Paride, con la falsa morte della ragazza, non funzionò per un disguido: saputo del suicidio di Giulietta, anche Romeo si tolse la vita. Giulietta, al risveglio dopo la fine dell'effetto della pozione che ne aveva procurato la falsa morte, scorto il corpo senza vita di Romeo, si uccise. Questa è per sommi capi, continuò, lo studioso britannico, la storia narrata da Shakespeare: io, però, ho rinvenuto un secondo e più tardo manoscritto di sir William, che presenta un finale diverso. È questo testo che la compagnia teatrale "Non si fa credito a nessuno" ci reciterà, subito dopo i consigli per gli acquisti. Nelle prime fasi della recitazione il testo seguiva il copione originale: la lite tra i servi dei Capuleti e dei Montecchi, la preparazione della festa dai Capuleti, la malinconia di Romeo innamorato di Rosalina e quella di Giulietta promessa in moglie dal padre a Paride. Alla festa Romeo incontrò Giulietta: la scintilla però, non scoccò, forse si piacquero, ma il Montecchi aveva occhi solo per la sua Rosalina. Padre Lorenzo fu chiamato ad una delicata mediazione: venne incaricato dal vescovo di Verona di sondare la possibilità di un accordo tra le famiglie dei Capuleti e dei Montecchi. Dopo avere ascoltato le lagnanze d’entrambi i capifamiglia, propose una soluzione radicale della contesa: un matrimonio tra una Capuleti e un Montecchi! Dopo attente riflessioni fu raggiunto l'accordo e siglato il contratto matrimoniale tra le due casate. Toccò a Padre Lorenzo il compito d'informare Paride, promesso sposò di Giulietta, dell'avvenuto cambio di programma. Il giovane si disperò, confidò al francescano, di amare alla follia la giovane Capuleti, d’essere pronto a darsi fuoco sotto il balcone di Giulietta per dimostrare tutto il suo amore. Si disperò anche Giulietta: le era bastato incontrare Paride una sola volta per innamorarsene perdutamente. Il testo, a questo punto segue il copione universalmente noto: lo spasimante sotto il balcone di Giulietta, però, non era Romeo, ma Paride. Rosalinda, intanto aveva ceduto alla corte di Romeo, lo aveva baciato, gli si era promessa in sposa. Fu dato incarico a Padre Lorenzo di sbrogliare la matassa, di convincere Romeo e Giulietta a convolare a giuste nozze con l'approvazione dei genitori. L'impresa fu più ardua del previsto, ma la soluzione escogitata dal religioso fu davvero ingegnosa. Per sceneggiarla, però, si dovette aspettare, la fine dei consigli per gli acquisti.
Le "Nudità danzanti" aprirono la seconda parte della trasmissione con un’applaudita performance dal titolo "Adottate una ballerina a distanza". Sofia Vassilieva e Alan Smith deliziarono il pubblico con un breve sketch, intitolato "La zarina e il baronetto" concluso con un bacio alla francese della durata di una maratona olimpica. La compagnia teatrale" Non si fa credito a nessuno" riprese la sceneggiatura del copione ritrovato da Alan Smith e scritto probabilmente da Shakespeare. Padre Lorenzo decise di sposare Giulietta e Paride,  Romeo e Rosalina in gran segreto nello stesso giorno ad un'ora di distanza e cercò con l’inganno di cambiare le carte in tavola. Convocò per le diciotto Giulietta e Romeo e per le diciannove Paride e Rosalina. Ebbe l'accortezza di non farli incontrare prima dell'avvio della cerimonia, schierò tra loro un paio di  sacrestani alti e corpulenti per evitare che, guardandosi in volto, potessero accorgersi della macchinazione. Pronunciò la formula di rito del matrimonio a tale velocità e storpiando le parole che gli sposi non si accorsero dell’inganno. Finita la cerimonia li rispedì a casa propria, chiedendo loro d mantenere segreta la notizia dell'avvenuto matrimonio. L'indomani si recò a casa dei Capuleti e dei Montecchi per annunciare le avvenute nozze, fece lo stesso con le famiglie di Paride e Rosalina. Romeo e Giulietta strepitarono e si opposero, ma deposero l'ascia di guerra, dopo che ebbero preso nota dell'elenco dei beni e delle proprietà acquisiti col matrimonio. Non ci fu però il lieto fine: la fedeltà d’entrambe le coppie durò quanto lo spazio di un mattino. Romeo già dopo pochi giorni riprese a trescare con Rosalina, Giulietta, invece, attese qualche settimana per dare appuntamento a Paride per un convegno d'amore nella cripta di famiglia. Le rotte della gelosia, commentò  Shakespeare, non incrociano quelle del cuore; Romeo, informato da Rosalina della tresca della moglie con Paride, si appostò nella cripta per sorprenderli in flagrante. Li colse sul fatto, ma non attese la fine dell'amplesso; come una furia li trafisse con la spada, prima di darsi anche lui la morte. Sopraggiunse Rosalina: alla vista dei corpi senza vita del coniuge e dell'amante girò i tacchi, calcolando mentalmente, la quota di eredità che le sarebbe spettata. Rosalina visse a lungo tra lussi e piaceri smodati, ma ad ogni anniversario non mancò di deporre un fiore, di fare recitare una messa da Padre Lorenzo alla memoria di Romeo e Giulietta. Capuleti e Montecchi vissero in pace: dopo quello di Romeo e Giulietta, altre unioni consolidarono gli interessi comuni e i legami delle due casate. Il pubblico seguì muto la fine della recita, non un solo applauso si levò. Non la pensarono così i telespettatori che da casa votarono in massa la versione alternativa della commedia di Romeo e Giulietta. Gli uomini s'identificarono con Romeo, le donne con Rosalina: anche loro avrebbero girato i tacchi, nella stessa situazione. Alan Smith esultò, Sofia gli stampò un tenero bacio sulla guancia. L'indomani l'Auditel decretò il trionfo del programma, i giornali titolarono sull'avvio di un nuovo genere televisivo: la smitizzazione dell'amore.

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