sabato 29 dicembre 2012

Un talento al dente



E’ proprio vero che il fiore del talento può sbocciare dappertutto. Dopo una vita spesa ad imbiancare stanze, a pitturare porte e inferriate, a mischiare colori, mi ritrovo ad abbinare parole, a costruire metafore, a verseggiare in rima, a spostare accenti. Chi l’avrebbe mai detto solo alcuni anni fa? Mi chiamo Eugenio (un nome, un destino) e sono il maggiore di sette fratelli: a Natale quando si riunisce tutta la famiglia, in genere, ci tocca affittare la sala di un ristorante per non stare troppo stretti. Da ragazzo non ho potuto completare gli studi: a dire il vero non li ho quasi iniziati, visto che non sono andato più in là della prima media. Col tempo, però, ho saputo affinare il mio talento: nelle cene tra colleghi di lavoro, ad esempio, sono sempre stato il più bravo nel trovare le rime, sotto l’effetto del vino. Non amo leggere: in genere do un’occhiata alle pagine sportive e di gossip di giornali e riviste, quando sono al bar o vado dal barbiere. Da qualche anno, però, è cambiato tutto: un giorno, ero in pensione da pochi mesi, navigando su internet, mi sono imbattuto per caso in un sito di poesia. E’ bastato leggere pochi versi per accorgermi che potevo fare di meglio: mi sono iscritto e messo subito all’opera per pubblicare. Che soddisfazione vedere edita la mia prima poesia! Rileggendola, anche oggi, provo gli stessi brividi di commozione. Che ne pensate?

L’angelo del focolare

Sei l’angelo del focolare
Lavi, cucini e spazzi.
Tieni a bada i nostri ragazzi
Quando vado a lavorare.

Odori di sudore e di fatica
Quando torno dal lavoro
Ma ugualmente t’imploro
Di darmi l’amore e la fica.

La tua bocca alita d’aglio
I seni sembrano pere sfatte
ma m’abbevero a quel latte
come se fossi ancora un giglio.

T’amo sempre come il primo giorno
Ti sposerei cento altre volte
Lo ripeterei ancora mille volte
Quando guardiamo un film porno.

Che successo! Cento letture in un giorno, dieci commenti entusiastici: chi mi paragonava a quel poeta, chi ad un altro. Non ci capivo molto: i miei ricordi di poesia si fermano alle elementari, a qualche verso di Pascoli o del Leopardi. Il talento, però, può sbocciare dovunque, ed io ne ho da vendere.
Sono diventato una macchina di scrittura: sforno dalle dieci alle quindici poesie al giorno. Sul sito, però, se ne può pubblicare solo una al dì: mi sono messo a cercare, dunque, altri luoghi dove poter far conoscere il mio materiale. Dovunque un successo, tanti commenti fantastici per i miei lavori. C’è qualcosa di strano, però, nei commenti: capita spesso di riceverne d’identici su siti diversi e su poesie d’argomento opposto. Strane coincidenze, pensai le prime volte: poi, però, la curiosità mi spinse ad indagare, a chiedere a qualche poeta amico, la spiegazione. Scoprii, dunque, che c’era una specie di commentario ufficiale: invece di spremere le meningi, bastava cercare il commento più appropriato tra le centinaia trascritti sul sito “Un commento per ogni autore”. Col passare del tempo, letture e commenti sono diventati merce rara: le grida di giubilo, puntualmente, s’indirizzavano verso un nuovo autore. Cercai, attraverso le mie fonti una spiegazione: se non commenti gli altri, mi dissero, nessuno ti commenterà più. Fui costretto a diventare un habituè del sito “Un commento per ogni autore”, ad accorrere in soccorso di poeti con un talento inferiore al mio. Un giorno, una domenica se non ricordo male, ebbi l’idea risolutiva: perché non sfruttare il mio esteso clan familiare per tornare in testa nella classifica di letture e commenti? Detto fatto: convinsi figli e nipoti ad iscriversi ad alcuni dei siti di poesia in cui presento i miei lavori con dei nickname, pubblicai a loro nome le poesie in esubero che corsi subito a commentare entusiasticamente. Ogni azione è studiata nei dettagli: una volta pubblicato un testo, esco dal sito per rientrarvi con la password di un parente, quindi inserisco un commento prima di fare il logaut. Ripeto l’operazione per i parenti che non sono reperibili al momento. Agli altri, invece, invio un sms tipo “Pubblicato, butta giù la pasta” Nel giro di pochi secondi arrivano una trentina di commenti. C’è ancora da affinare qualcosa, però: a volte viene ricopiato più volte lo stesso commento da persone diverse. Sto studiando insieme a mio figlio un software che blocchi i commenti doppi: tra breve, anche questo problema potrà andare in soffitta. Volete sapere quale mia poesia ha il record delle letture e dei commenti? Undicimilatrecentoventidue letture e cinquantasei commenti: sapeste quanti nickname ho dovuto inventarmi per arrivare a quel numero di letture! Era meno faticoso fare l’imbianchino!

In ginocchio da te

Io voglio per me le tue carezze
si, io t'amo più della mia vita !

Ritornerò in ginocchio da te,
l'altra non è
non è niente per me,
ora lo so
ho sbagliato con te
ritornerò in ginocchio da te

e bacerò le tue mani amor
negli occhi tuoi
che hanno pianto per me
io cercherò
il perdono da te
e bacerò le tue mani amor.
Io voglio per me le tue carezze
si, io t'amo più della mia vita.

Io voglio per me le tue carezze
si, io t'amo più della mia vita.


Dite che è una canzone di Morandi? Lo so, ma sapete quante canzoni ho pubblicato a mio nome, senza che nessuno battesse ciglio! Un talento al dente, ecco ciò che sono: basta buttare giù la pasta, attendere qualche minuto, per avere sfornata una poesia da premio Nobel.

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